Il dibattito in redazione

2 PARLAMENTINI
Nei Municipi troppi interessi di bottega
Caro Massimiliano, ti disturbo per un fatto certamente marginale e che non meriterebbe di essere portato alla tua attenzione se non riguardasse la cosa cui tengo di più nello svolgimento della mia non breve attività politica: la dignità.
L’articolo pubblicato riguardante la crisi del Municipio Levante ha citato alcune mie dichiarazioni estrapolandole da una lunga serie di valutazioni sull’attività (ahimè pessima) della Giunta e sul fatto che non siano arrivate risposte concrete da parte della direzione del Partito malgrado i ripetuti solleciti.
Per l’amore che porto al mio Partito ho accettato in silenzio l’emarginazione sistematica da ogni incarico all’interno del Municipio, ho continuato a difendere l’operato della maggioranza anche quando il suo procedere mancava di incisività e di coraggio, ho evitato accuratamente di sollevare polemiche all’esterno per non danneggiare l’immagine del centrodestra agli occhi dell’elettorato.
Poiché so quanto forte sia la tua attenzione per tutto ciò che attiene l’attività del centrodestra, ti prego di informarti su quanto sta avvenendo nei Municipi, su quanto profondo sia il malessere fra i consiglieri e sul fatto che troppa gente pensa esclusivamente al proprio interesse di bottega e non al ruolo che gli elettori hanno inteso assegnare loro.
Scusa lo sfogo ma dal Giornale (dal mio Giornale) mi aspetto sempre il massimo in fatto di cronaca e di analisi politica: Voi continuate ad essere l’unico punto di riferimento per un elettorato che ha dovuto assistere suo malgrado in questi anni alle miserevoli vicende dei tanti voltagabbana che hanno imperversato nel Pdl e che ora si godono la giusta ricompensa per i loro tradimenti. Queste note sono esclusivamente per te, non per farne un articolo polemico contro il partito, quello che mi preme è di non apparire come una scellerata antidemocratica che vuol ridurre al silenzio chi non la pensa allo stesso modo.
Almeno agli occhi di chi stimo.
Buon lavoro.
Alba Viani
Consigliere Pdl Municipio Levante
2 CONTI IN PERDITA
Investimenti crollati? Colpa della borsa
Nel 2003 contattai un Family Banker della Mediolanum per aprire un conto ed investire 17.500 euro. Mi chiese che tipo di investimento intendevo fare, io risposi ovviamente uno senza noie. Ne avviò uno che si chiamava «Prudent 100» (parola emblematica). Dopo un anno per necessità, ritirai 5mila euro, rimasero in «Prudent 100» 12.500.
Nei successivi anni notai via Internet che il mio conto investito si prosciugava, fino ad arrivare nel 2008 a poco più di 8.430; allarmata chiamai il Family Banker che sosteneva la tesi: «della borsa crollata ma in ripresa». Questo signore si licenziò e venne sostituito da un altro che mi propose un nuovo investimento di tre anni dal 2010 per forse raggiungere i miei 12.500 euro (magia).
Feci reclamo direttamente al dottor Doris che ovviamente si è guardato bene da intervenire. Dopo 90 giorni ricevetti risposta: (2 pagine) «colpa della borsa» in sintesi. Allora mi rivolsi a «Voglio Vivere» Associazione consumatori, un avvocato scrisse alla direzione Mediolanum ed ebbe risposta analoga, con l’aggiunta che: siccome non era un investimento dei fratelli pinco pallino americani, non sarebbe stato restituito nulla».
Ritirai immediatamente ciò che era rimasto dei 12.500 euro (circa 8.500) e chiusi il conto. Quando scrissi in direzione feci notare che quel piccolo investimento era frutto di 35 anni di lavoro, che al momento mi avrebbero fatto comodo per spese sanitarie gravi in famiglia: e per mantenere la ragazza agli studi a Torino (a Genova abbiamo avuto mille corsi di architettura senza futura specializzazione quindi costretta a terminare fuori sede).
Concludendo io rivorrei i miei soldi che sono poco più di 4.500 euro, una goccia nell’Oceano per loro, per me di vitale importanza.
Sarebbe meglio pubblicizzare, la restituzione ad un cliente raggirato che la costruzione di finte scuole in Africa.
Giuseppina Nocco
2 SAN MARTINO
Sparita la cartella clinica di un defunto
Egregio Signor Direttore, mi chiamo Orietta Bordo, sono nata e vivo a Genova e approfitto dell'ospitalità offerta dal quotidiano da Lei diretto per segnalare il doloroso caso occorsomi in circostanze luttuose. In seguito al decesso di mio marito Gian Alberto Penne avvenuto il 16 aprile 2010 ho chiesto nel mese di settembre agli uffici preposti dell’Ospedale S. Martino che mi fosse rilasciata copia della cartella clinica attestante i risultati delle analisi diagnostiche ed il decorso della malattia. Trascorsi due mesi dalla richiesta mi è stata rilasciata una cartella clinica incompleta riguardante unicamente agli ultimi 8 giorni di ricovero nel reparto di rianimazione. Ho ripetutamente sollecitato che mi fosse rilasciata la parte mancante di cartella relativa al periodo dal 17 marzo, giorno di ricovero al Pronto Soccorso, all’8 aprile giorno del trasferimento in rianimazione contattando sempre persone molto gentili e disponibili a darmi una mano nella ricerca, fino a quando mi è stato risposto che è inutile insistere perché della cartella si sono perse le tracce non si trova, è sparita. Tengo a precisare che mio marito, ricoverato per una crisi respiratoria al Pronto Soccorso il 17 marzo, indi trasferito al 2° piano del Dimi, reparto diretto dal Professor Puppo, successivamente nel reparto di rianimazione, una notte al Maragliano, di lì di nuovo in rianimazione, è andato progressivamente peggiorando. Mi chiedo affranta, perché mi trovi costretta a rivolgermi ad un avvocato per entrare in possesso di copia di una cartella clinica «volatilizzata». Dopo un anno credo di avere il diritto di sapere quale è stata la causa della scomparsa di Alberto.
La ringrazio se vorrà pubblicare questa mia.

2 NORD AFRICA
Sviluppo e lavoro: così si porta la pace
I francesi hanno imposto i tempi di una guerra che forse noi non volevamo in questi termini. Gli americani, hanno messo in campo i loro giocattoli tecnologici da provare sul campo di battaglia e ci siamo ritrovati con la guerra in casa, danneggiati nei nostri interessi personali (Eni ecc.) e con il rischio terrorismo più elevato per vicinanza geografica.
A questo punto però non possiamo tirarci indietro.
Un popolo serio moderno e responsabile quale è il nostro deve pensare al poi, e sperando che il dopo sia molto vicino e che questo modo selettivo dell’Onu di proteggere popolazioni duri poco, ci dobbiamo impegnare nel trovare soluzioni.
Abbiamo l’obbligo morale degli «aggressori», e la necessità per non trovarci invasi, di mettere in atto un piano che preveda un impegno internazionale atto sviluppare lavoro e reddito per quei paesi oggi in fiamme inclusi i vicini della Libia.
Credo sia venuto il momento di provare a delocalizzare attività ed investire risorse, sicuramente a rischi, i quei luoghi senza pace.
La pace passa anche per il lavoro per una ridistribuzione della ricchezza, per la credibilità che i popoli possono dimostrare al mondo.
Abbiamo delocalizzato in estremo oriente e nei paesi dell’est, ora è il momento che la comunità internazionale si occupi dell’Africa del Nord e di quella subsahariana. La fantasia deve essere il motore di ciò e dello sviluppo. Impiantiamo sterminate centrali fotovoltaiche nel deserto e ci occuperemo anche della nostra salute, sviluppiamo fabbriche e turismo...
Se avessi la ricetta... e se la cercassimo tutti assieme?
E, magari, anche a discapito della Cina che partecipa solo quando deve prendere, ma non aiuta nessuno.
Andrea Cambiaso
2 TAGLI AI SERVIZI
Se l’Amt regredisce

invece che progredire
Tagli Amt. Alla faccia del progresso. Amt, accorperà il 478 e il 479 nell’unica linea 470, il cui percorso sarà limitato a Bavari/S.Martino di Struppa.


Montelungo, Serrato, Serino e S. Eusebio potranno essere raggiunti solo con un servizio navetta.
Invece di progredire si regredisce. Grazie alla gestione trentennale dei soloni politici del Pd.
Andrea Cevasco (Liguria Moderata)

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