il dibattito in redazione

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2 A VILLA CROCE
La festa di fine scuola

diventa uno scempio
Fine scuola, manifestazioni di entusiasmo di bambini e giovanissimi? No, solo scempio. Ieri è accaduto il peggio di ciò che quotidianamente va perpetuandosi, forse in toni minori. Come hanno festeggiato bambini e ragazzini questo fine anno! Lancio bottiglie di plastica tagliate o no piene di ogni cosa, alcune sembravano dal rumore e dalla foggia minibombe, palloncini pieni di acqua o farina o altro indefinibile. Bombolette spray di vernice e no. Tutto questo in villa Croce. Il rumore per tutto il pomeriggio sino alle 20 è stato devastante, gli urli erano disumani. Le feste ovviamente coprivano tutti i tavoli. Risultando impossibile stare nelle nostre case e forse qualcuno ha ricevuto la loro spazzatura e le loro bombolette nei propri giardini. Il frastuono con la «F» maiuscola faceva saltare i nervi di noi abitanti. Questa mattina ore 8 nella Villa Croce c’erano i resti di una non felicità ma rabbia (ma per che cosa?). Una mare di spazzatura così non è accettabile (ovviamente il tutto viene prontamente tolto dall’Aster). Bottiglie di plastica abbandonate ovunque, resti di palloncini, sacchetti ovunque, bombolette di vernice sparse ovunque, carte, fazzoletti sporti; panchine pitturate, tombini divelti. Cartelli con le scritte «Per favore non rovinate i prati» pitturati, giochi tutti pitturati, scritte di odio e oscene ovunque, prato (che un tempo era roseto) con immensi buchi, avanzi di palloni, palloni abbandonati, deiezioni non di cani ma di bambini e non. Tutto questo immaginatelo accompagno da rumore assordante. Ho trovato anche avanzi di bombe carta, avanzi di stagnole... Non vedo gioia in tutto ciò ma rabbia, volontà di devastare o di fare del male? Tralasciando di denunciare anche quello che è stato fatto alle piante: hanno strappato di tutto. Hanno sollevato il prato e smantellato la rete che lo proteggeva. Ma questi sono bambini o che cosa. Ma i genitori sono gli stessi che hanno insultato la signora Bergamaschi per aver tolto le panche e i tavolacci per le loro feste o no? Noi non ne possiamo più di questo inquinamento acustico che vadano a fare i loro «porci» comodi altrove e la smettano di devastarci i timpani e altro.
P.S. I nostri animali stanno soffrendo per tutti gli scoppi che tutti i giorni fanno durante le loro feste.
2 CON LIGURIA MODERATA

Anche per me è l’ora
di scendere in campo
Caro Lussana, dopo anni che seguo la politica, arrabbiata per lo stato in cui versa la mia città, ho deciso di non essere più spettatrice passiva, ma come dice l'amico Marco Marchionni «mente pensante». L'occasione è giunta con la nascita di Liguria Moderata, di cui sono uno dei fondatori, un'occasione che aspettavo, per la possibilità di confrontarmi con persone che credono nei miei stessi valori. Inizia così un percorso, che mai come oggi, rappresenta un'alternativa al modo standard di fare politica, un gruppo di persone che era stufa di vedere una città come Genova abbandonata a se stessa. Fare politica per una donna non è semplice, spesso la strada risulta in salita, ma in Liguria Moderata ho trovato amici, che si sono scelti per conseguire un bene comune. Non essendo una politica nel senso stretto del termine, mi considero innanzitutto una cittadina alle prese con le mille difficoltà della quotidianità, dall'usare i bus, i treni, al rapportarmi con le istituzioni. La discesa in campo del Presidente Andrea Cambiaso, decisa dal direttivo di Liguria Moderata, mi riempie di soddisfazione, perché finalmente vedo una persona in gamba che decide di sfidare le regole e mettersi in gioco. Come Vicepresidente di Liguria Moderata, mi sono ripromessa di parlare e far capire che nonostante siamo una formazione di centro-destra siamo aperti a chiunque desideri lavorare per la città, e i banchetti che abbiamo fatto con successo sono serviti per spiegare cosa vogliamo. Qualcuno potrebbe pensare che siamo solo degli arrivisti, degli egoisti, che cercano l'affermazione personale, ma chi ci conosce e ci conoscerà parlando con noi si rende conto che probabilmente siamo idealisti, convinti che la città può rinascere dallo stallo in cui si trova, dal disinteresse in cui versa, governata da un'amministrazione che non sa o non vuole dare risposte. Non sono avvezza ai giochi di partito, al linguaggio politichese, quello che so, e che voglio modificare lo stato attuale delle cose, diventate insopportabili, per come sono sfuggite di mano a chi attualmente detiene il governo della città. Nel 2012 vorrei ed auspico, che il vento di cambiamento che si respira porti il cittadino, ad invertire la rotta ha decidere di dare una speranza ad una Genova che ha voglia di rinnovamento, di creare nuove opportunità di investimento, maggiori servizi e meno sprechi. Basta polemiche, lavoriamo tutti attivamente per scegliere un futuro diverso, dove ogni cittadino sia parte attiva della sua città.
Alessandra Aonzo
2 IPOCRISIA ROVINOSA

Il Comune tollera

il commercio abusivo
Caro Massimiliano, ogni tanto compare, sui cartelli a messaggio variabile, un messaggio che dice pressappoco: «comperare la merce contraffatta alimenta l’illegalità». Nulla da eccepire sulla sostanza, ma estremamente ipocrita in quanto sbandierato da una cosiddetta Pubblica Amministrazione che consente il quotidiano impunito mercatino di tarocchi (che nella fattispecie non sono arance...) nell’area più frequentata dai turisti in visita nella nostra città. Capisco colpire l’ingenuo acquirente che, ben conscio, si lascia tentare dall’acquisto farlocco, ma trovo gravemente ipocrita l’atteggiamento moralizzatore di chi alla fine è tacito complice dello stesso reato. Almeno stiano zitti e continuino a fare ciò che fanno per il decoro della città... disastri.
Antonio Meloni
2 GLI ACQUISTI DELL’IDV

L’ennesimo esempio

di trasformismo
Egregio Dott. Lussana, è di ieri la notizia, con relative immagini televisive, del passaggio del consigliere Pdl Gagliardi al partito di Antonio Di Pietro. Dopo anni di prese di posizione da bastian contrario rispetto a quella che era la linea del partito ora il signore in questione si aggrega proprio a chi più odia, in senso politico, il partito di maggioranza relativa al Governo, ed è ovvio l’obiettivo di guadagnare una qualche poltroncina l’anno prossimo alle Comunali vista la più che (purtroppo) probabile vittoria della sinistra. Mi creda. Non se ne può più di questi emuli Gano di Maganza, che ci tocca vedere occupare posti nelle più svariate istituzioni, locali o nazionali. Sono proprio questo tipo di manovre che portano alla disaffezione dell’elettorato, ed è da disprezzare, me lo conceda, in tutto e per tutto questo pessimo andazzo.
G. Paolo Giovanelli
Chiavari
2 DOPO REFERENDUM

Chi esulta per il «sì»

non sa cosa ci aspetta
Caro Giornale, Vorrei esprimere una opinione circa gli ormai famigerati referendum. Il loro successo è, tanto per cominciare, nettamente inferiore a quello, pur risicato e non senza ragione contestato, che ha trasformato l'Italia da monarchia a repubblica; nettamente inferiore senza ombra di dubbio a quello che negò l'abrogazione della legge sul divorzio. Aggiungerei anche come in tal caso, neppure Berlinguer, in possesso di una netta e legittima vittoria, avesse chiesto al governo in carica di dimettersi. Ora voglio invece rivolgermi soprattutto a quegli studenti, a quei giovani che hanno con tanto calore festeggiato la scelta del proprio futuro compreso quello dei propri figli presenti o futuri. Nel loro entusiasmo appaiono ancora una volta simili a quei loro predecessori che seguirono Garibaldi al grido di «o Roma o morte», D'Annunzio quando reclamava «Trento e Trieste», Mussolini cantando «Nizza, Savoia, Corsica fatal, Malta baluardo di romanità!». Sappiamo come è andata a finire. Lo sa soprattutto chi conosca la verità storica tanto nascosta dietro facciate politicamente corrette. Temo quanto possa essere diversa la realtà futura: nuove spese, nuove tasse e, per concludere, «a piedi, al freddo e al buio». Con tutta probabilità vedrò solo la prima di tali realtà. Per le successive, cari giovani, buon divertimento! Io le ho già conosciute, voi no.
Giovanni Pàstine
2 GIARDINI «IN DELEGA»

La sindaca si fa bella

col lavoro dei privati
Spettabile Redazione Genovese de il Giornale, complimenti alla Vincenzi che esorta i privati a prendersi cura del verde pubblico: proprio il modo migliore di gestire una Città ed impiegare i soldi dei Cittadini!!! Come giustamente dice la sindaca, un tempo nella voliera di Villetta Di Negro c'erano i pavoni: che qualche gazza abbia loro sottratto le piume della coda per farsi, immeritatamente, bella?!?
Luigi Parodi
Courmayeur
2 IL METODO DEL GIORNALE

Per fare scelte giuste

ci vogliono i tagliandi
La città ha bisogno di progetti, di concretezza, quindi dopo le belle parole di tutti noi è il momento di metterci la faccia ed il cervello. Ritengo che le proposte di tutti i lettori dell'edizione genovese del Giornale, ben dettagliate e valutate debbano essere oggetto della «taglianderia». Il gioco dei coupon ha in questo caso una valenza molto importante nell'esercizio della democrazia cittadina. Potremo tutti assieme dare idee o imporre temi al futuro candidato sindaco, avremo la possibilità di fare massa critica (i lettori solo il secondo «partito» della coalizione per numero) e quindi di incidere sul nostro futuro. Potremo votare tra 11 mesi chi ascolta il popolo. Il popolo deve essere preciso, deve presentare progetti realizzabili e visibili e offrire il proprio tempo. Quelli che sanno solo criticare il giorno dopo senza aver mosso un pelo, sono pregati di tacere per converso spazio a tutti!
Andrea Cambiaso
2 EUFORIA INGIUSTIFICATA

Il referendum passa

ma i veleni restano
Egregio dottor Lussana, finalmente si sono svolti i referendum i praesi in massa sono andati a votare, la democrazia è salva non avremo il pericolo del nucleare, ma il container radioattivo di Prà che fine ha fatto? I fanghi della Stoppani locali a Prà sono al sicuro? La Usl ha monitorato se dal 1980 ad oggi le malattie cancerogene sono aumentate?
Casimiro Vercelli
Genova-Prà
Ps: a suo tempo avevamo lottato tanto per togliere i binari e ora ci troviamo in alcuni tratti dei parcheggi, in compenso ci troviamo una stazione «superba». I nostri vicini a Pegli hanno il loro ex ospedale con un bel vestitino, un po’ liso per la verità capirete è li dai tempi del G8.
2 STRATEGIA SBAGLIATA

Non è il momento

di tornare alle urne
Caro direttore, le invio alcuni ragionamenti fatti a seguito dei referendum che si sono tenuti domenica 12 e sabato 13 giugno. Ho trovato importante che il 55% degli italiani sia andato a votare per i quattro referendum perché dopo 16 anni è stato raggiunto il quorum; gli italiani hanno riscoperto l’istituto referendario e hanno espresso la loro opinione. Un’indicazione importante che il sistema politico italiano dovrà tenere conto sia a destra sia a sinistra, considerato però che l’esercizio della democrazia diretta in questo paese dovrebbe essere meno politicizzato e più obiettivo. Il punto è che se i referendum sono abrogativi, in vigore ritornano le leggi precedenti e mi chiedo se con le normative attuali sui servizi pubblici locali e sull’energia il Paese è migliorato e se potrà mai migliorare. Il referendum in Italia è abrogativo, forse avremmo bisogno di quello propositivo.

Le sfide incombono, l’economia non decolla e bisogna liberare risorse per tornare alla crescita e non è certo il momento di essere senza una guida politica o ricominciare un’altra campagna elettorale, oggi al governo con questo centro-destra, domani chissà.
Simone Femia
Capogruppo UDC
Municipio V Valpolcevera

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