il dibattito in redazione

22012, TUTTO È POSSIBILE
L’analisi sulla città

fatta dalla gente
Caro Massimiliano, ci sono due Genova, quella del sindaco Marta Vincenzi e quella reale di tutti i giorni. Fa sorridere lo «strabismo» politico che pervade i giudizi e le conclusioni (televisive e non) del nostro Primo cittadino su ciò che riguarda le cose della città. Ieri mi trovavo con un amico nella zona del Centro Storico e per caso ero in un bar ad ascoltare i discorsi fra il proprietario ed un suo cliente. Quello che mi ha colpito è la lucidità delle loro osservazioni ben più approfondite di qualunque convegno politico si possa fare. Il proprietario con grande energia si chiedeva, in questa valle di lacrime a Genova non c’è più nulla e se Fincantieri chiude si possono buttare via le chiavi della città e si interrogava su quale Progetto hanno questi Signori che governano da tantissimi anni questa città. Con precisione chirurgica veniva ricordato lo spolpamento economico del quale Genova è stata vittima, ricordando cosa è stato fatto alla Fiumara e cosa avrebbe potuto valere quell’area per il nostro porto. Onestamente dopo circa mezz’ora di arringa del barista ero senza parole. Genova ancora pensa, per il 2012 è ancora tutto possibile!
Gian Luca Fois
Coordinatore Area Tematica Economia, Lavoro e Politiche tributarie Pdl Genova
2TELETU
L’odissea per la disdetta

di un contratto telefonico
Caro dottorLussana il 17 marzo era stato molto gentile nel pubblicare la mia lettera a proposito della mia odissea per rientrare a Telecom da Teletu. Ora che la vicenda è vicino alla conclusione, vorrei solo riferirne gli ultimi sviluppi, convinto che possano servire di insegnamento ad altri lettori (a una signora che mi ha contattato, penso di essere stato utile). Fra l'altro avevo anche incolpato Telecom, ingiustamente. Riassumo brevemente: nel 2009 la migrazione da Teletu a Telecom non aveva avuto successo, e dopo SEI mesi vi avevo rinunciato. Nel 2010 ho chiesto un nuovo numero a Telecom, dando la disdetta con raccomandata con ricevuta di ritorno a Teletu. Teletu non ha mai accettato la disdetta, sostenendo che era ancora aperta la procedura di migrazione.
A fine 2010 - esasperato perché continuavano ad arrivarmi fatture Teletu sul vecchio numero telefonico - sono ricorso ad una parente avvocato, chiedendo che intervenisse. A questo punto Teletu ha cambiato atteggiamento, e ha rinunciato a sostenere che la pratica di migrazione era ancora in corso, asserendo invece che la disdetta al vecchio numero andava formulata allegando codice fiscale e documento di identità. Ma... c'è un ma. Sottolineo che avevo due rapporti con Teletu, uno a Genova, un altro numero per la seconda casa. E nel 2010 ho dato la disdetta anche per la seconda casa, nella stessa forma data con la disdetta per Genova; e la seconda utenza era stata disattivata «quasi» prontamente. Dico «quasi» perché avevano tentato di farmi pagare un mese in più; poi hanno riconosciuto l'errore. E allora perché questo comportamento per l'utenza di Genova? Perché a Genova uso l'Adsl con la relativa pubblicità! Nella seconda casa no.
Solo oggi - e siamo ai primi di giugno - il numero Teletu risulta finalmente disattivato dopo quasi undici mesi di peripezie, e di pagamenti non dovuti. Per cui, tramite il Movimento per la difesa del cittadino, ho avviato la procedura di conciliazione davanti al Co.Re.Com., per chiedere la restituzione delle fatture pagate dopo la disdetta.
Grazie per l'attenzione e tanti cordiali saluti.
2LETTERA A LORENA RAMBAUDI
Tra tanti sprechi perché colpire i non autosufficienti?
Sono una delle circa tremila persone «Non autosufficienti» a cui è stato comunicato con una bella lettera del Comune di Genova del 15 marzo 2011 con allegata lettera del 23 febbraio 2011 dell’Assessore Regionale alle Politiche Sociali dottoressa Lorena Rambaudi che mi veniva revocato il sussidio di 280 euro mensili accordatomi per lenire in parte la mia disgrazia. Certamente la Giunta Regionale quando ha deliberato tale drastica misura avrà avuto le sue ragioni di bilancio, ma mi permetta dottoressa non c’era altra spesa da eliminare?
Nelle scorse settimane tutti i cittadini hanno potuto osservare lo scempio e lo sciupio di soldi effettuato in via XX Settembre (vasi faraonici, sabbia, terriccio, erba sintetica, alberi) per non parlare dei soldi spesi per la preparazione dei servizi, del vitto e quant’altro per cittadini «autosufficienti» non certamente genovesi.
Non Le sembra cara Dottoressa che tutto questo sia una offesa per persone che sono costrette a farsi aiutare per ogni loro necessità e che quel piccolo sussidio le aiutava almeno a pagarsi le bollette e le spese di amministrazione, perché come Ella ben saprà l’indennità di accompagnamento non basta nemmeno a pagarsi la metà del costo di una badante.
Si ricordi però Signora Dottoressa che le elezioni Comunali e Regionali sono vicine e certamente il nostro voto (che vale quanto una persona normale) non sarà né per Lei né per il suo Capo.
Educatamente mi rassegno e Le auguro di essere per tutta la vita «Sufficiente».
Francesca Guglieri
2RIPORTIAMO IN PATRIA RE E REGINE
I 150 anni dell’Unità

l’occasione per rimediare
Caro Direttore, siamo una grande Nazione che si crede anche cristiana, democratica, tollerante.
Ho seguito con interesse ed emozione le cerimonie per i 150 anni della costituzione del Regno d’Italia ed in particolare la giornata del 17 marzo e la visita del Presidente della Repubblica al Pantheon per rendere omaggio alla memoria di Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia.
Giusto sacrosanto omaggio di tutti gli italiani a chi, assieme al suo popolo e ad altre menti illustri, molto sacrificò per la madre Patria unita. Mi chiedo allora perché gli italiani non sentano il rimorso di aver abbandonato in terre straniere (Egitto, Francia, Svizzera) le spoglie di Re e Regine che, nel bene e nel male, sì anche nel male, hanno fatto una parte non indifferente della nostra storia.

Possibile che nessun senta il dovere di farsi promotore per il loro rientro in patria e dare degna sepoltura vicini ai loro avi?
Credo sia giunto il momento di uno scatto di coraggio da parte di tutte le forze politiche ed abbandonare odii e rancori del passato. Guardare avanti è la storia futura; rimanere incatenati agli schemi del 1945 è da miopi e sprovveduti.
Marosa Terrile

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