2 COPIA MALRIUSCITA
La solita americanata
in salsa italiana
Ogni volta che noi italiani sentiamo qualcosa in Usa riusciamo a farce du' spaghi e ridurlo all'amatriciana. Ora serviamo le primarie.
Ma se devono essere l'occasione di uno scontro preliminare di piccoli potentati, cordiali saluti e buon appetito. I due partiti americani sono strutture leggere che si gonfiano di idealisti (idee!) prima delle elezioni e si sgonfiano subito dopo. Quelli col talloncino «Vote For X» sul bavero. Compito dei quadri leggeri del partito è dare le opportunità di crescita per far vincere idee e ideali. Questo è lo scopo delle primarie che infatti consentono un costante rinnovamento degli eletti americani da due secoli.
La sinistra, pur non capendolo, lo ha subìto a Firenze, Milano, Napoli. A Genova no. Facendo le primarie vincenziane col criterio, mi duole dirlo, che ho colto nell'articolo di Federico Casabella, è uscita la potente di turno ovvero una dinosaura con 30 anni di ruoli politici alle spalle. I risultati sono 4 anni di risse interne al Pd e la città nella malta. Ora la Pinotti, 20 anni di poltrone. Il nuovo che avanza!
Le primarie non dovrebbero essere la conta delle preferenze perché con 8500 euro di stipendio della Regione più milioni di finanziamenti per i gruppi consiliari o 16000 euro del Parlamento più la gestione del partito e dodici ore al giorno per non fare altro, bella forza! Te la dò io la società civile. Credo invece, e non mi vergogno affatto a dirlo, che le primarie dovrebbero creare l'occasione per nuovi soggetti di proporre le proprie idee ai simpatizzanti tutti.
Saranno loro a decidere. Paura? Idee. Che non solo sappiano consolidare le preferenze già acquisite ma offrire motivazione ed entusiasmo per attrarne di nuove. Il sistema si rinnova sulle idee e sulle persone che le portano. Infatti in America cambiano regolarmente ed i flussi di voti si spostano mentre qui la politica è mestiere. Se entri da soldatino dei gazebo, non esci più per l'eternità e lo schieramento politico è un'ottusa religione estremista.
Tralasciando le candidature per dinastìa, che mi fanno orrore, tutti dicono da anni che alla città manca una visione. È vero. Genova è una nave con marinai e nocchieri, di destra e di sinistra, espertissimi nelle manovre, leggi, regolamenti, amicizie, sussurri e betoniere. Ma è alla deriva. I passeggeri rimasti hanno il mal di mare. Gli ufficiali litigano in plancia mentre alcuni furbi li foraggiano dalla prima classe. E non c'è chi dica dove andare.
Ci credo che da sessant'anni governano sempre gli stessi.
Occhio agli scogli.
2 SINDACO IN ANTICIPO
La grande strategia
che ha spiazzato tutti
Sarà Marta Vincenzi il candidato sindaco della coalizione di centro sinistra alle prossime elezioni amministrative 2012. La recente mossa del sindaco di Genova (che dimostra ai maschietti del Pd chi ha le palle e chi no) ha spiazzato tutti. La sindaco gioca danticipo e alle mezze frasi dette dai capi e capetti del Pd lei risponde da par suo chiedendo a gran voce di conoscere chi è lo sfidante alle primarie. Credevano di averla messa con le spalle al muro, ma ora è lei a dare le carte. (Quando si dice i professionisti della politica...).
Ormai lei è pronta per le primarie. I vertici del Pd volevano sfinirla con le mezze parole di fioretto e lei ha usato il bazuka per dire quello che pensa ben sapendo che se vanno alle primarie lei, Marta Vincenzi, sbaraglia il campo. Vincerebbe a mani basse!
Dirò di più, la sindaco ha detto che è pronta a farsi da parte per un ventenne/trentenne che si voglia mettere in gioco sapendo perfettamente che Lorenzo Basso mai la sfiderebbe. E quindi è rimasta la Roberta Pinotti in rampa di lancio sulle televisioni da sfidare, ma lei non ha ventanni e non rappresenta certo il nuovo che avanza avendo una militanza politica lunghissima.
Detto fatto, con questo inaspettato scatto in avanti Marta Vincenzi è pronta a battersi contro chiunque Pd o altro partito alleato.
In altre parole, la nostra parte politica sappia fin da oggi che sarà Marta il nemico da abbattere e lasciamo perdere le divagazioni sul tema.
Prepariamoci a lottare contro la sindaco che, mi sia concesso, ha fatto una mossa politicamente veramente eccellente.
Gian Luca Fois
2 CARICHE IN ROSA
Paita, Vincenzi, Fusco:
le signore delle liti
In Liguria non siamo come a Roma, non c'è bisogno del Tar per far sedere su qualche istituzionale poltrona una femmina al posto del maschio prevaricatore. Facciamo già tutto da soli, perché siamo pdemocratici come Eta Beta. Già abbiamo la sindaca (o «il» sindaco?) Vincenzi, l'assessora (o l'assessore?) Paita e la vicepresidente (o «il» vicepresidente?) Fusco, da oggi si aggiunge la candidata (o «il» candidato?) Roberta Pinotti alla poltrona che fu di Pericu. I primi risultati: a Rapallo «scintille» tra lassessora Paita e il sindaco Campodonico per via delle code che sono solite formarsi al casello di uscita della A10. Già si erano verificate con la vicepresidente della Regione Marilyn Fusco per una fetta del campo da golf da cedere alla viabilità cittadina.
Grandi manovre e chissà quante beghe a quelli che pdemocratici non sono, resteranno sconosciute. Però pare che esse, le gentildonne, un accordo lo abbiano di già raggiunto: niente risse, siam genovesi... Cordialità.
Luigi Fassone - Camogli
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