2BOTTA E RISPOSTA A CARIGNANO
Da liberale la mia solidarietà
anche in corso Mentana
Mi auguro che il signor Poerio con la sua bella lettera su Carignano abbia la totale disponibilità delle gambe e che la mantenga per tutta la vita. Se è così è un uomo fortunato. Lo invito però a guardare alcune foto e riflettere se è così per tutti. Matteo Rosso forse lo ha fatto. Stiamo parlando solo di un problema di priorità tra le cose da fare. Stiamo parlando se è più giusto asfaltare prima una strada che danneggia gli ammortizzatori dell'automobile o un marciapiede che impedisce a un disabile di arrivare a casa. Stiamo parlando se è più giusto costruire aree blu sui marciapiedi o lasciarli ad uso dei pedoni. Stiamo parlando se le «mattonelle» di un marciapiede appena rifatto debbano muovere o debbano essere posizionate come si deve. Poi se vogliamo dire che la nostra città per volontà di Dio è bella non parliamone alla voce «manutenzioni». Sono convinto che quelle esigenze di solidarietà di eguaglianza di cui tanti (troppi) si riempiono la bocca passano anche tra le radici degli alberi, gli escrementi dei cani, l'ordine e la pulizia. Da «gretto liberale» senza cuore e anima do importanza alla solidarietà a 360 gradi... anche in corso Mentana a Carignano.
2LA RIFLESSIONE
Genova è bella, sono i genovesi
ad essere troppo rassegnati
Nel tuo fondo del 28 novembre chiedi ai lettori di dare proprie indicazioni su come Genova potrebbe migliorare. In realtà penso che Genova sia lo specchio dell'Italia e che si distingua ancora di più in negativo. So che tu ami la nostra città soprattutto dal punto di vista del paesaggio molto vario e del clima invidiabile. Tuttavia credo che talvolta una critica costruttiva sia di rigore in tutti i campi, partendo magari dalle caratteristiche menzionate che dovrebbero incrementare il desiderio da parte sia dei cittadini che delle istituzioni competenti a valorizzare le qualità rare di una città del nord anomala, di un porto di mare privo di sprint, di una lingua di terra stretta e chiusa come un orso nel suo piccolo mondo. Per lo meno un tempo il suo piccolo mondo caratterizzato da una vita di pescatori e di mercanti veniva coccolato con amore ed orgoglio rasente la possessività. Ad oggi tale mondo è dato per disperso, si può dire che non esista più a causa soprattutto del repentino riciclo generazionale dato in particolare dalla presenza massiccia di extra comunitari e stranieri gestiti, integrati attraverso politiche errate a cui si aggiunge una politica di laissez-faire e di trasandatezza generale nei confronti di una città intesa globalmente come bene prezioso, come patrimonio storico, artistico e culturale, come bellezza ed anche come casa comune che dovrebbe essere salvaguardata in tutti i suoi aspetti. Ebbene, tutto questo manca, latita, crea un generale malcontento ma anche una sorta di mera e passiva rassegnazione capace di entrare nel dna delle persone. Se poi agli stranieri che desiderano trovare la propria dimora a Genova dessimo in cambio un grado alto di senso civico, di senso dell'educazione, del rispetto pretendendolo prima di tutto da noi stessi, saremmo in una botte di ferro.
Roberta Bartolini
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