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Due rapine in pochi minuti, esplode la rabbia dei commercianti

Ormai, anche il postino ha imparato a riconoscere le vostre «Cose perdute». Le individua ogni mattina quando estrae dalla sua sacca le buste destinate al Giornale. Spesso sono accompagnate da calligrafie bellissime, soprattutto femminili, ma non solo, ricche di maiuscole svolazzanti, di effe e di pi che sono piccoli capolavori.
E poi sono piccoli capolavori i contenuti dei vostri racconti. Che, come ho scritto nelle scorse settimane, sono quanto di più simile alla storiografia francese della scuola delle Annales esista in natura. E, soprattutto, sono testi ricchi di gioia, di bellezza, di dolcezza. Qualcosa che non è assolutamente riscontrabile in altri tipi di lettere che ci arrivano in redazione, dove invece prevale - spesso giustamente - la rabbia, lo sconforto, l'indignazione.
Invece, questa è un'altra cosa. E, come dicevo, il bello di questa storia è vedere come cambiano i ricordi fra chi scrive: ovviamente, le cose perdute dei ventenni, che ci sono arrivate, non sono le stesse degli ottantenni o dei novantenni. Ma c'è anche chi ha perduto più cose, quasi una perdita elevata a potenza.

Pensate ai taxi: c'è chi li ha visti solo bianchi, chi è cresciuto con quelli gialli, ma anche chi ha avuto modo di viaggiare su quelli neri e verdi. E il bello è leggere le vostre lettere e sentire i vostri racconti quando mi raccontate che un testo piuttosto che l'altro vi ha ricordato un momento particolare della vostra vita (...)

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