E la sinistra si schiera contro i diabetici per ubbidire all'assessore MontaldoIl Pd prima firma l'ordine del giorno, poi si dissocia

Finisce in rissa il consiglio regionale. Finisce poco prima delle 13, quando dopo oltre tre ore passate fuori dalla porta, un folto numero di diabetici e di loro familiari viene invitato a un incontro con i capigruppo. Capigruppo che poco prima avevano concordato di presentare un ordine del giorno comune e condiviso per intervenire sulle forniture di «macchinette» misura-glicemia fatte dalla regione con il solo scopo di risparmiare. Il presidente dell'assemblea, Rosario Monteleone, legge la solita frase di rito, che prevede un'alzata di mano generale e l'approvazione all'unanimità, ma l'assessore alla Sanità Claudio Montaldo dice un secco «No». Gelo in aula. I consiglieri del Pd che avevano firmato l'atto devono ubbidire alla giunta più che alla loro coscienza. Monteleone invita a rimandare l'ordine del giorno in commissione. L'opposizione insorge e prova (inizialmente invano) a prendere la parola. Alla fine almeno un paio di consiglieri Pd (Ferrando e Miceli) ritirano la loro firma e l'ordine del giorno non è più votabile. È una dichiarazione di guerra. Mai successa una cosa del genere. Il capogruppo Pdl Marco Melgrati insorge e per ripicca ritira la firma a un ordine del giorno già votato. Edoardo Rixi della Lega, sostenuto dai colleghi di minoranza, assicura che non firmerà più ordini del giorno di una maggioranza che dimostra di procedere con i paraocchi e con l'ideologia.

Poi c'è l'incontro con i diabetici, che ribadiscono come l'Agenzia regionale unica per gli acquisti abbia scelto di comprare aghi e «macchinette» usando solo il criterio del risparmio, senza pensare alla qualità. Montaldo batte parzialmente in ritirata e domani reincontrerà i pazienti con la promessa, se necessario, di rivedere le forniture.

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