(...) Di Pierro la pensavano Ferdinando Priano, Ferdy Cafiero, nonché i politici Monteleone, Burlando e Tullo. I tre, nell'intervallo, si sono persi più che nei gol della gara, nelle «previsioni» regionali su chi sarà il sostituto della splendida Marylin. Il più cupo sembrava Burlando: per lui il «caso» Marylin gli ha rovinato anche i venti minuti straordinari del suo Genoa.
Era affranto Tonino Bettanini, lui saggio tattico dopo le scelte tragiche del tecnico («Ma chi è quel Melazzi...»). Gongolavano i dirigenti romanisti, Sabatini in prima fila, che salutando Onofri gli ha sussurrato: «Che ne dici di Zeman?». Onofri ha quasi pianto. Lo stesso Baldini, razza purissima di play boy di mezza età (elegantissimo), si è abbracciato al suo Sabatini come dire: «Ce l'abbiamo fatta, Zeman è salvo».
E infatti ci voleva proprio il Grifo a salvare Zeman, offrendogli su un piatto d'argento (o di oro) una vittoria insperata. Pensate, non è mancata nemmeno «la pera» di Lamela, per dire come tutto era stato generosamente predisposto dai bravi grinfoncini.
Alte nel cielo si sono sentite le preghiere (e qualcosa di irripetibile) di Padre Mauro, con il suo crocefisso bordato di rossoblù che sembrava più afflitto del solito. La bella figliola di Preziosi è scappata via un quarto d'ora prima, capito l'antifona, senza parole Marco Rossi che da qualche domenica siede accanto all'avvocato Vaccaro e al medico Gatto.
Il saggio Sbravati, dopo aver suggerito a Sabatini il nome di un suo pupillo (ma perché non rimangono al Genoa certi suoi prodotti?), ha sussurrato: «Ora andremo a Milano e, magari, saremo battuti da colui che al momento tiene su, da solo, la baracca milanista: il nostro El Sharawy...».
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