Cronache

Ecco perché il porto antico sarà il futuro di Genova

Ecco perché il porto antico sarà il futuro di Genova

(...) - la stragrande maggioranza turisti, moltissimi stranieri - che vanno avanti e indietro e quasi inondano la strada, sotto un cielo che le previsioni dicevano avrebbe dovuto dar pioggia e invece, a tratti, era quasi terso.
L'altro mondo che è possibile, ad esempio, è la meta di quelle migliaia e migliaia di persone, dirette in grandissima parte verso l'area dell'Expò e del Porto Antico. Che non significa più solo l'Acquario e che si sta estendendo sempre di più: dalla Darsena - con il Galata, il sommergibile donato da Fincantieri e ora anche la straordinaria esperienza di «Dialogo nel buio» per vivere un'ora da ciechi, ospitata sulla chiatta dove c'era l'Urban Lab di vincenziana memoria - fino ai Magazzini del Cotone. Da Palazzo San Giorgio con la bellissima mostra sul Rex e sui transatlantici, fiore all'occhiello della gestione dell'Autorità Portuale di Luigi Merlo, fino a Eataly, che diventa esso stesso evento, e al cinema The Space che, dopo il restyling, è diventato un vero gioiellino, anche dal punto di vista del marketing.
Insomma, il Porto Antico - la grande intuizione di Renzo Piano, che fece cadere il muro fra la città e il porto, restituendo una straordinaria piazza sul mare a Genova - è diventata il cuore del cuore di Genova. Quasi più di De Ferrari.
E vedere quel cuore pulsare, riempirsi, emozionare ed emozionarsi, con il Bigo che domina dall'alto, le navi da crociera della Msc quasi come un fondale naturale, gli aquiloni volanti che sono un monumento al vento e tutto il resto, è qualcosa che dà un senso alla città e alla sua vocazione turistica, insieme a quella portuale. Due mondi che l'Expò unisce e fonde in uno solo, rappresentato - anche iconograficamente - dal Port Center e dal battello per le visite in porto che in qualche modo li racconta.
Ci sono le strutture fisse, dicevamo. E quindi la Biosfera; la Città dei bambini, esperienza consigliabile anche agli adulti; il Museo dell'Antartide; il Luzzati; il neonato Wow!, fortemente voluto dalla Fondazione Garrone e da soci privati che però, se vuole decollare davvero, deve essere ripensato e ri-tarato, pena il rischio di un fallimento prematuro. L'errore iniziale, gravissimo, è stato quello di puntare su una mostra dedicata al cervello, «Brain», che però è molto legata ai mouse e al concetto di scorrimento dei comandi, anzichè essere «touch». Il che, in un mondo che evolve ogni secondo, e soprattutto in campo scientifico evolve ancor di più, è un peccato quasi imperdonabile.
Insomma, per rilanciare Wow! - o, meglio, per lanciarlo - occorre ripensarlo da capo. Imparando, ad esempio, proprio da quello che avviene al piano superiore del primo modulo dei Magazzini del Cotone e dalla Città dei bambini, che ha tanti problemi, primo fra tutti i frequenti problemi ai giochi, ma che è un gioiellino consigliato a tutti. E, salendo ancora di un piano, oltre al Port Center e ai laboratori di Wow! (la parte migliore del centro della scienza voluto dalla FEG), c'è un altro capolavoro genovese: la biblioteca per ragazzi De Amicis, con tante iniziative, compresa la splendida «Notte dei libri insonni» per ragazzi dagli 8 ai 12 anni in programma venerdì e sabato. Qui, il segreto è il «capo» della biblioteca, il direttore Francesco Langella, una specie di puffo buono della De Amicis che mette una straordinaria passione in tutto quello che fa e riesce a dare un significato all'essere dipendente comunale e al vivere in mezzo ai libri. Insomma, un esempio di come vorremmo che funzionasse il Comune con tutte le sue articolazioni. E, del resto, se l'acronimo della biblioteca per ragazzi Edmondo De Amicis è DeA, un motivo ci dovrà pur essere.
Oppure, Carestream, multinazionale del biomedicale che dall'hinterland milanese ha trasferito la sua sede proprio qui. Valore aggiunto per chi ci lavora e per le vendite, lievitate anche grazie alla bellezza del posto.
Ma poi, oltre alle strutture fisse, la ricchezza del Porto Antico sono le manifestazioni occasionali: da Slow Fish, un vero gioiello per il turismo e la cultura ligure, al week-end in arrivo, fra Festa dello Sport e decine di altre manifestazioni volute dalla Fondazione Carige che trasformeranno la strada fra De Ferrari e il Porto Antico in una specie di capitale italiana dei ragazzi per quattro giorni, un piccolo capolavoro voluto in primis da Pierluigi Vinai.
E poi, gli sponsor. Il posto è talmente bello e ricco che tantissimi pagano l'occupazione del suolo pubblico per esserci: da Tescoma, che ha pubblicizzato i suoi attrezzi da cucina davanti al museo Luzzati nello scorso week-end, coinvolgendo grandi e piccini in lezioni di cucina che facevamo molto Masterchef, al Mulino Bianco, alla Sampdoria che ha chiuso l'ultimo capitolo del Fair Play Village, capolavoro di Edoardo e Vittorio Garrone, proprio al Mandraccio.
Insomma, sarà pure Antico.

Ma in questo Porto sta il vero futuro di Genova.

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