Ericsson, la tecnologia si trasferisce in collina e scommette su Erzelli

Ericsson, la tecnologia si trasferisce in collina e scommette su Erzelli

Giurano i dirigenti che l’incontro con la collina degli Erzelli è stato deciso quasi dalle stelle. Un incastro perfetto, l’allineamento dei pianeti. Loro che avevano bisogno di una sede più grande e nuova per riuscire a portare avanti i progetti, ed Erzelli che custodisce in sé - o almeno nella sua concezione dovrebbe essere tale - i germi del futuro polo tecnologico italiano dedicato alla scienza e alla ricerca del futuro, nato con l’idea di unire università, aziende e centri di sviluppo.
E allora, ecco che la multinazionale svedese Ericsson punta dritto verso il cielo e si trasferisce in collina, «pionieri» del parco scientifico. Diciottomila metri quadrati di superficie su dieci piani, dove lavoreranno mille dipendenti che avevano base già a Genova, tra cui il centro Ricerca&Sviluppo, tra i principali siti a livello italiano e internazionale impegnato nella progettazione delle reti a banda larga di nuova generazione e delle reti ottiche. Un edificio costruito seguendo le regole della domotica, dove ogni particolare è stato studiato per rendere più confortevole, efficiente e sostenibile l’ambiente. Con sistemi di risparmio energetico, ascensori ad acqua e «intelligenti», pavimenti che attutiscono il rumore dei passi per non disturbare il lavoro dei dipendenti, 22 sale riunioni e 20 quiet room, piccole stanze riservate al confronto tra colleghi e allo scambio di idee o alle telefonate. Il tutto ovviamente cablato, con collegamenti wi-fi, sistemi di videoconferenza e strumenti per la collaborazione online. «La vecchia sede non ci dava la possibilità di sviluppare bene competenze e sinergie - spiega il direttore di Ricerca e Sviluppo, Alessandro Pane -. Qui abbiamo la possibilità di implementare un nuovo modo di lavorare. I vari team potranno operare in un contesto molto più dinamico».
In concreto, Ericsson contribuirà a costruire l’Internet del futuro, le reti ultraveloci su cui viaggeranno sempre di più il sapere, il commercio, l’intrattenimento, i servizi e le interazioni tra cittadini, enti pubblici e cose. «Crediamo nella “Networked society” - continua l’ad della multinazionale, Nunzio Mirtillo -, la società connessa dove ogni cosa trarrà beneficio dall’essere connesso. C’è una relazione tra lo sviluppo della banda larga e quello economico e ambientali dei Paesi e del loro Pil. Qui a Genova noi contribuiamo all’innovazione, svilupperemo la ricerca e prodotti della banda larga». Quindi si lavorerà su una nuova famiglia di sistemi basati su fibre e tecnologie ottiche che permetteranno di aumentare la velocità di trasmissione dati di 50mila volte rispetto alle attuali. Per dare un’idea: le soluzioni a banda larga studiati nei laboratori genovesi consentiranno di trasmettere in un secondo una quantità di dati pari a 20 film in alta definizione, 1.500 film in qualità standard, 20 milioni di videochiamate o centinaia di milioni di telefonate standard. «Dobbiamo capire come sfruttare al massimo la fibra ottica e capire come gestire i traffici sulla rete» aggiunge Pane che parla di un investimento di 250 milioni di euro per due o tre anni. «L’investimento più grosso è stato portare la vecchia sede qui. Sempre guardando al business, non escludo che ci siano spazi per aumentare le nostre capacità». Intanto il trasferimento sulla collina degli Erzelli consente ad Ericsson di consolidare la collaborazione con l’Università di Genova per progetti di ricerca e promozione di tirocini e dottorati nel campo dell’information e communication technology. «Ericsson investe in Italia per ricerca e sviluppo circa 100 milioni all’anno per sostenere la strumentazione - continua Pane -. I contributi statali ed europei sono sempre vincolati alla presentazione di un progetto. Erzelli è un’occasione in più e anche per Erzelli andranno presentati dei progetti per avvalorare quello che facciamo. È un accordo di programma. Prima dobbiamo investire e poi possiamo accedere ai contributi». Il 24 maggio intanto ci sarà al giornata aperta ai clienti, l’Innovation Day.
Tornando alla nuova sede. C’è la stanza dei brevetti, quella dove vengono esposte le reti ottiche, radio e a banda larga, una specie di «vetrina dei prototipi». La camera anegoica dove controllare il livello di onde radio emesse dagli strumenti elettronici sia nella norma e nei parametri di sicurezza.

Infine l’Innovation garage, un luogo ad uso e consumo dei dipendenti, dove sviluppare progetti, ciascuno portando le proprie competenze. Ingegneri elettronici, informatici e delle telecomunicazioni, italiani - che emergono bene e son bravi, ammette l’ad - e stranieri. Ecco il mondo del futuro che entra a Genova.

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