(...) migliaia di pesci. Giovedì, infatti, nello specchio acqueo antistante la costa tra Celle Ligure e Albisola sono stati rinvenuti cefali morti che galleggiavano in superficie in mare aperto. Secondo l'Arpal, le cause sono conseguenza dell'elevata temperatura marina che avrebbe azzerato l'ossigeno e, appunto, dei dragaggi con gli esplosivi in corso nel porto di Genova. In questo caso le microcariche impiegate avrebbero causato la moria di cefali che, spinti dalla corrente, avrebbero raggiunto il levante savonese.
Se la moria di pesci potrebbe scatenare gli ambientalisti a chiedere che i dragaggi vengano bloccati per evitare la morte di altri abitanti del mare, chi sta mal sopportando il rallentamento delle operazioni sono i Riparatori Navali di Confindustria Genova che seguono con preoccupazione l'evolversi della vicenda. «Il programma degli interventi prevedeva l'interdizione di alcuni bacini di carenaggio per un periodo definito in agosto, e su questa base le Aziende hanno a loro volta organizzato le immissioni in vasca delle navi che, con molti sforzi, sono riuscite ad acquisire - hanno sottolineato ieri in un comunicato - . I ritardi subìti dai lavori di dragaggio rischiano ora di determinare la perdita delle commesse più imminenti o, comunque, di rendere necessario un ulteriore e non previsto periodo di interdizione in autunno: un rischio che le aziende non possono in alcun modo permettersi di correre. Si rischia di dover avviare in alcuni casi a prorogare la cassa integrazione per i propri dipendenti». In realtà una bozza di accordo tra l'associazione dei residenti e l'Autorità portuale sarebbe stata raggiunta nei giorni scorsi e prevederebbe di cambiare la tecnica per i dragaggi passando alle «volate»: una serie di esplosioni molto ravvicinate che limiterebbero il disagio per la cittadinanza ma allo stesso tempo permetterebbero ai lavori di proseguire senza che si accumulino ulteriori ritardi. La procedura, però, attende l'autorizzazione del Ministero dell'Interno.
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