Saranno anche bravi, i meteorologi. Ci prenderanno anche nove volte su dieci, sulle ventiquattr'ore saranno anche infallibili. Però è da metà agosto circa che annunciano - probabilmente a turno - l'arrivo del freddo e delle grandi piogge. In qualche caso si è anche parlato apertamente di rischio alluvione. Ma finora è solo piovuto qualche volta e le magliette a maniche corte non sono mai finite in soffitta. Un temporale a metà ottobre ci sta, c'è sempre stato anche quando i tabelloni luminosi non li avevano ancora inventati. E a casa inzuppati ci si arriverà ancora chissà quante altre volte fino alla prossima estate. Ma l'alluvione, la «bomba d'acqua», il rischio di esondazione dei torrenti, quelle no, sono altre cose. E senza stare a dare i numeri dei vari livelli di allerta, sarebbe sufficiente chiamarli con il loro nome. Ma solo quando davvero si possono verificare. Non come lo scorso anno quando, tra rimpalli di comunicati e di riunioni di comitati vari, nessuno avvertì i genovesi di quanto stava per accadere, salvo poi diramare a piene mani messaggi di allerta nei giorni successivi, senza che accadesse più nulla.
Marta Vincenzi oggi dice che potrebbe morire scoprendo il pasticcio fatto da tecnici e specialisti. Meno di un anno fa, quando glielo si diceva, faceva la sdegnata. Anziché manifesti illeggibili, consigli da manuale delle Giovani Marmotte, sarebbe sufficiente sapere quando c'è davvero da avere paura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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