(...) Ma cè anche unaltra parte del futuro dei moderati, che è più istituzionale, che è altrettanto importante, e che passa dalle urne domani e dopo. Anche in questo caso, così come per la riunione del teatro della Gioventù, chi diserta non avrà più alcun diritto a lamentarsi dopo. Non ci sono distinguo, non ci sono sfumature, non ci sono mezze misure. Votare ai ballottaggi è forse ancor più importante che farlo al primo turno, perchè stavolta si confrontano due diverse concezioni della vita prima ancora che della politica.
In ballo ci sono tre delle città più importanti della regione. Non le tre più grandi, ma - visto che non sempre la demografia è la cartina di tornasole del pedigree di un Comune - certamente le più importanti.
Di Genova abbiamo detto tutto in queste settimane. Anche oggi e domani continueremo a pubblicare i pareri pro e contro Musso, ma ribadisco che la logica del ballottaggio è quella di scegliere il candidato meno lontano dal nostro sentire e più in grado di dare un futuro a Genova. E io, nonostante tutti gli scontri avuti in passato e tutte le polemiche (che non rinnego, ci mancherebbe), dico nettamente che il candidato migliore è Enrico Musso.
Lo dico anche sulla base di alcune notizie recentissime: in una lettera aperta al Secolo XIX il presidente di Ucina, la Confindustria Nautica, Anton Giulio Albertoni, ha detto esplicitamente che Genova rischia di perdere il salone Nautico. E sarebbe il certificato di morte per la città. Poi, il numero uno delle importazioni di Ikea, ha spiegato quello che vi andiamo ripetendo da anni: e cioè che, arrivando dal Far East a Genova anzichè a Rotterdam o in altri scali europei, le merci guadagnano quasi una settimana di viaggio. Ma se poi restano una settimana in banchina prima di poter partire per la loro destinazione finale, Ikea e gli altri destinatari potrebbero presto rivolgersi ad altri porti. Ecco, anche solo per rispondere a queste due domande, prima che si trasformino in emergenze drammatiche, credo che Musso sia la scelta giusta.
Poi, cè il Tigullio. Crollata drammaticamente Imperia, con lo scioglimento per infiltrazioni dei Comuni di Bordighera prima e Ventimiglia poi e quello per dimissioni dei consiglieri del capoluogo; a rischio Savona, dove il Comune è saldamente di sinistra, così come la Valbormida, e la Provincia verrà sciolta il prossimo anno; a pezzi La Spezia, dopo la scelta di primarie sbagliate; devastata e devastante Genova capoluogo; resta sono il Tigullio.
A Chiavari la candidatura di Roberto Levaggi sembra larma migliore per provare a scalzare Vittorio Agostino, più imperatore che sindaco della città, dopo anni e anni di governo. Lappoggio di Legambiente, ad esempio, è una medaglietta per una candidatura Pdl. A Rapallo, la situazione è diversa. Mentore Campodonico è un sindaco poco mediatico che è stato più attento ai conti che ad apparire. Ma, nonostante abbia commesso alcuni errori, che sarebbe folle negare, merita la riconferma.
Genova, Chiavari, Rapallo. Mai come questa volta, astenersi è arrendersi.
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