«Genova è la città che più di tutte è in mano agli usurai». È una sentenza quella di Antonino Mangano, ex barista di cui abbiamo raccontato la storia su queste pagine qualche giorno fa. Vittima di usura, ha avuto il coraggio di denunciare il proprio cravattaro, ma quest'ultimo, ufficialmente nullatenente, è stato condannato a risarcire la sua vittima, cui deve 18 mila euro, a 14 euro al mese.
«La mia situazione è drammatica - dice Mangano - oggi faccio consegne di alimentari e prodotti di gastronomia con un vecchio furgone, ma se mi dovessero confiscare anche questo non so proprio più come farò ad andare avanti e mantenere le mie figlie». Mangano ha anche fondato un'associazione antiusura mettendosi a disposizione di chi come lui è caduto nella tentazione di farsi prestare soldi da un «amico», quando le banche non gli facevano più prestiti.
«Quando vado in giro sento che nei locali la situazione è tragica, me lo dicono i miei clienti - racconta -. Sono in tanti quelli che provano ad andare avanti accumulando debiti, ma alla fine devono chiudere, falliscono o si rivolgono a chi presta soldi a strozzo. Come è successo a me vanno a finire in mano a gente che magari ti dà 10mila euro e subito ti sembra di respirare, ma con gli interessi al 20 per cento ogni mese bisogna restituire 2mila euro.
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