(...) essere abbandonato a tanta e tale incuria e trascuratezza. L'ultima denuncia sullo stato di degrado del camposanto di Staglieno arriva dalla signora Basso M. che ieri mattina era andata in quel cimitero, dove sono sepolti anche gli eroi della nostra patria, per salutare i suoi nonni. Due mazzi di fiori da riporre nelle fioriere, un lume nuovo da sostituire a quello vecchio e il desiderio di trascorrere lì un momento di calma e di raccoglimento vicino ai suoi cari.
Tant'è che la sorpresa che le riserva la galleria di Sant'Antonino è qualcosa a cui i suoi occhi non riescono nemmeno a credere. Arrivata sulla tomba dei nonni, la signora Basso M. trova la fioriera in marmo in pezzi, il paralume lavorato in bronzo e vetro sparito e le lastre di marmo rigate e sfregiate. «Deve essere stato qualche zingaro, quelli che cercano il rame o il bronzo - spiega lei -. Il paralume non c'era più, strappato con violenza, la fioriera era spaccata e la tomba rigata con coltelli o una spranga. In più sul pavimento non sapevo nemmeno dove e come poter appoggiare la borsa perché era tutto incrostato di cacche di piccioni, di topi. Un tappeto di escrementi. Guardi, un degrado e una sporcizia incredibili». Per di più nella galleria di Sant'Antonino, una delle più belle di tutto il camposanto, dice la signora Basso.
«Sono andata come un razzo dai servizi cimiteriali. E cosa vuole che mi abbiano detto: che faranno pulire, che è l'Amiu che se ne occupa....Intanto però quelli dell'Amiu erano lì che ridevano e parlavano e non facevano un tubo. Sono indignata e inferocita». Mica finisce qui, perché la signora Basso prende tutta la sua rabbia e la sua indignazione e si precipita dall'ispettore dei servizi cimiteriali dove sporge denuncia per danneggiamento e furto, sollevando di peso il viceispettore lo trascina lì nella galleria, perché si renda conto di persona della situazione.
«La denuncia l'ho fatta contro ignoti per forza - aggiunge lei -. Ma del degrado qualche responsabile ci sarà o no? Chi cura la sicurezza? Chi si assicura che chiudendo il cimitero qualcuno non resti poi dentro?».
Ma le storie di abbandono dei cimiteri genovesi e non solo di quello di Staglieno, non finisce qui. «Della vergogna di come è mantenuta la città di Genova non parlo - scrive una nostra lettrice, la signora Fiorella Merello Guarnero - perché è sotto gli occhi di tutti: città bellissima e mal curata, regina disadorna, è purtroppo famosa nel mondo non tanto per le sue bellezze artistiche e naturali, quanto per la sporcizia che non risparmia neppure le vie e le piazze centrali. Ma almeno ci fosse, in chi l'amministra, quella umana pietas cantata da Foscolo nei Sepolcri: A egregie cose il forte animo accendono l'urne de' forti, o Pindemonte; e bella e santa fanno al peregrin la terra che le ricetta. Riferisco solo di ciò che ho visto con i miei occhi pochi giorni fa: nel Cimitero di Staglieno sia la parte monumentale, quella per intenderci che si mostra ai turisti, sia la parte vogliamo chiamarla privata, mostrano i più vistosi segnali di degrado e abbandono: muri di sostegno zuppi di umidità e muffe, calcinacci ovunque, erbacce a volontà, e per colmare la misura nessuna sorveglianza tanto che alle donne sole è sconsigliato di andare a visitare i propri Morti, pena il rischio di essere scippate e aggredite fisicamente».
Il racconto prosegue poi con il Cimitero di Sori: in una posizione «imprendibile, affacciato su un panorama mozzafiato, proprio nella zona che affaccia sul mare ha continue infiltrazioni d'acqua che piove abbondante sui visitatori, mura in via di sgretolamento, anche qui calcinacci ovunque e muffe a volontà. Entrando incontro un unico stradino che si fuma in pace la sua sigaretta, seduto in un mare di detriti e rami spezzati o tagliati e lì lasciati». Al Cimitero della Cabona (Rivarolo) invece la signora Guarnero fa notare come «la zona 1 A è irraggiungibile perché transennata da più di 10 anni, ci si può arrivare con rischio e fatica facendo un lungo giro che però, in assenza di segnalazioni, ai più è ignoto. Come sopra calcinacci, muri cadenti». E poco migliore è la situazione del Cimitero di Pegli: «forse un po' meno disastrato dei precedenti (ma calcinacci e mura muffose non mancano) ha però una quasi totale assenza di scale per accedere alle colombaie alte, fatto che si verifica anche in alcune zone di Staglieno.
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