Il gip: «Non avevano prove che fosse un ladro»

Arrestati perché considerati razzisti. I tre abitanti di Cicagna che avevano aggredito il marocchino già sorpreso a rubare in un bar della zona e ritenuto autore di diversi furti in Fontanabuona, seconda la procura meritano il carcere perché avrebbero agito «in base a pregiudizi presumibilmente legati anche a motivi di odio razziale». Ma soprattutto sono stati portati via in manette perché il raid è avvenuto senza avere la certezza che lo straniero fosse davvero un ladro. Nell'ordinanza del gip di Chiavari, Fabrizio Garofalo, con la quale si ordina ai carabinieri di fermare i tre «giustizieri» torna più volte un concetto alquanto singolare.
Il problema è che proprio il pregiudizio avrebbe spinto i tre «in mancanza di prove concrete, a ritenere la vittima responsabile di furti verificatisi in zona e a considerarlo non come un essere umano ma come feccia, un ostacolo a una tranquilla vita di paese, una persona senza diritti né tutele nei cui confronti si sentivano in diritto di compiere qualsiasi tipo di azione». Non avevano prove? Altrimenti potevano fare quello che hanno fatto?
Nonostante il marocchino picchiato fosse stato arrestato il 27 luglio scorso e sia a giudizio, perché accusato di un furto in un pub di Moconesi, il giudice insiste molto sul fatto che in realtà non fosse con assoluta certezza un ladro: «L'episodio accaduto a Cicagna è molto grave - si legge nell'ordinanza -. Non risulta allo stato un collegamento tra la persona che è stata picchiata e i furti in abitazioni della zona. Inoltre, in 8 mesi, ai carabinieri di Cicagna sono giunte solo tre denunce di furti in appartamenti». E ancora: «Dalle informazioni ricevute dagli investigatori - viene spiegato - non risulta, quindi, ci sia una proporzione tra lo stato di agitazione diffuso per i furti e quanto è accaduto».
Solo dopo aver tanto sottolineato il fatto che è grave che i «giustizieri» non potessero avere certezze sulle colpe dello straniero, il gip scrive che «in ogni caso non sono ammissibili iniziative di questo tipo».
Anche un altro passaggio dell'ordinanza è destinato a provocare altre discussioni nel paese che in questi giorni si è schierato compatto contro gli arresti.

«C'è un estremo rigore nei confronti di chi compie reati contro il patrimonio ma, nello stesso tempo, viene dimostrato estremo rigore verso chi vuole trovare scorciatoie usando mezzi di aggressione in base alle proprie paure pur senza trovare riscontro nei fatti», scrive il gip. Ma oggettivamente l'«estremo rigore» cui il magistrato fa riferimento non può essere considerato così identico nei confronti di tutti se lo straniero era libero e i suoi aggressori no.

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