(...) che ha portato all'identificazione dei suoi aggressori e alla risoluzione del giallo. «In tre sono scesi da un Suv grigio», ha detto l'uomo, che è stato portato all'ospedale di Lavagna dove è stato ricoverato in Rianimazione.
Un brigadiere della zona ha associato l'auto a quella di un pensionato, fermato durante un controllo alcune settimane prima. Quindi è andato a casa sua, ha visto che aveva una ferita alla mano e lo ha spinto a confessare. Il motivo dell'aggressione, comunque, per i carabinieri rimarrebbe inspiegabile: in paese - sottolineano - ci sono stati solo tre furti in appartamento in un anno. Ma forse per la gente sono anche troppi. «È stata una vera e propria spedizione punitiva», è stata la definizione dei militari che hanno arrestato per tentato omicidio i tre uomini. Il «commando» era formato oltre che dal pensionato di 58 anni, anche da un operaio di 52 e un muratore di 26, tutti incensurati. La vittima in paese è conosciuta per alcuni episodi di furti e i tre responsabili, che hanno confessato, lo avrebbero malmenato proprio per vendicarsi. Uno di loro, infatti, nei giorni scorsi aveva subito un tentato furto.
Intanto la gente del paese ha già fatto il processo: e il verdetto è di parziale assoluzione. Sarà perché sono compaesani e si conoscono tutti o perché «la tensione qui è alle stelle dopo gli ultimi tentativi di furto» ma i cittadini di Cicagna non se la sentono di condannare i tre che hanno confessato di aver pestato l'operaio marocchino pregiudicato. «Nonostante i carabinieri facciano tutto il possibile - ha detto una donna che vive vicino a uno degli indagati - qui i colpi nelle case si moltiplicano. E non si può mica vivere così, con la paura addosso che ti portino via quel poco che hai». «No, no non ci credo - ha detto un piccolo proprietario terriero che vive in Valfontanabuona - qui da noi non ci sono episodi di razzismo». Ma «non sarà stato razzismo né intolleranza - ha aggiunto l'amico dell'imprenditore - è stata l'esasperazione. Sempre che siano stati loro...». Cicagna è un paese che ha fatto la sua fortuna con l'ardesia, esportandola in tutto il mondo poi la crisi l'ha messa in ginocchio. La comunità marocchina è importante: c'è la moschea a Mignanego e le feste tradizionali sono condivise con la popolazione. Lungo la strada che porta a Verzi, una frazione inerpicata sulla collina, ci sono casolari e vecchie abitazioni che sono diventate la casa di molti immigrati nordafricani.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, dopo aver massacrato di botte l'operaio marocchino, i tre aggressori l'hanno trascinato verso il ciglio della strada nei pressi del bosco e sull'asfalto sono rimaste lunghe strisce di sangue. Volevano nasconderlo? I tre non hanno confermato agli inquirenti di aver avuto l'impressione che il marocchino fosse morto, ma hanno comunque voluto nascondere il corpo. La strada che porta a Verzi, decisamente impervia, taglia in due una folta macchia mediterranea e non è trafficata, ma una macchina sarebbe comunque potuta passare e investire il corpo a terra. Nel bosco i carabinieri hanno anche trovato il bastone con incastrati nella corteccia ciuffi di capelli e grumi di sangue. Il pm di Chiavari è al lavoro per esaminare prove e delineare i ruoli avuti nel pestaggio dalle tre persone indagate e che hanno confessato. Solo quando il quadro probatorio sarà completo l'ufficio del pubblico ministero deciderà se formalizzare una richiesta di custodia cautelare o meno.
Intanto anche a Genova la situazione dell'ordine pubblico fa paura. Dopo l'omicidio di domenica notte (un ecuadoriano di 21 anni è stato ammazzato a calci e pugni all'uscita di una discoteca, per uno sgarro), e la notizia che Genova è la capitale degli scippi e dei borseggi l'opposizione politica si fa sentire. Anche per evitare che altri cittadini si trasformino in vendicatori. «Se Genova è capitale di scippatori e borseggiatori, gravi sono le responsabilità delle Giunte di sinistra succedutesi alla guida di Tursi» tuona Gianni Plinio, responsabile ligure della sicurezza per il Pdl - L'ideologismo ed il sociologismo non pagano! Come Pdl non ci limitiamo alle critiche e vogliamo impedire che Genova si trasformi nel Far west. Chiediamo al sindaco Doria di rinegoziare il Patto per la sicurezza con il Ministero dell'Interno che risale al lontano 2007: arriverebbe qualche agente, qualche mezzo, qualche telecamera e qualche risorsa in più». Secondo Plinio una maggiore presenza di personale sul territorio è necessaria. «Anziché depotenziare si rafforzi il ruolo degli agenti della Polizia Municipale quali operatori della sicurezza per il contrasto della criminalità urbana - dice - In casi come Sampierdarena non si abbia timore, in nome del pregiudizio, di sollecitare l'invio di militari in funzione ausiliaria di carabinieri e poliziotti per un più capillare controllo del territorio».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.