Cronache

I bambini s’interrogano sulle grandi questioni della vita

I bambini s’interrogano sulle grandi questioni della vita

Che Tegras sia un modo per insegnare e far riflettere i giovanissimi facendo teatro già si sa, ma ieri mattina al Teatro degli Emiliani a Nervi se ne è avuta un'altra dimostrazione. Tutti pronti alle 9 del mattino, bambini e genitori per la rappresentazione della IV D della Scuola Primaria Fabrizi, alla sua terza partecipazione alla rassegna. L'emozione grande come sempre, tanto che si è dovuto leggermente posticipare lo spettacolo perché uno dei piccoli protagonisti aveva qualche difficoltà nell'entrare in scena. Già perché questa volta l'argomentazione della recita era importante e impegnativa, e indubbiamente ha fatto meditare i bambini: al termine di questo 2012 ci sarà veramente la fine del mondo come presagivano i Maya? e così con «Non è vero, ma ci credo» la maestra della Fabrizi Adriana Benvenuto ha tenuto impegnati i suoi alunni non solo nell'imparare la loro parte, ma anche in un pensiero che apparentemente potrebbe sembrare lontano in chi si affaccia alla vita come dei bimbi di nove anni, ma che invece è anche in loro perché fa parte dell'uomo: fino a quando ci saremo? Proposta intelligente che fa crescere non volendo certo spaventare bensì facendo prendere giustamente coscienza. A sipario chiuso un presentatore elegante e compito con fogli in mano, il piccolo Alessio Pani, annuncia che quanto si vedrà di lì a poco vuol essere un indagare su una civiltà sconosciuta, quella dei Maya, che ha tanto insegnato a chi è venuto dopo lasciando anche qualche dubbio sul nostro avvenire. A scena aperta i bimbi sono tutti seduti sui loro banchi di scuola con funzione di tavolini da bar, si gioca a carte e si chiacchiera del più e del meno quando qualcuno di loro lancia la fatidica domanda: e se i Maya avessero ragione, la fine di quest'anno fosse anche la fine del mondo intero?... « ma dài cosa dici! Ma non può essere vero!» rispondono gli altri, ma intanto un piccolo tarlo rimane in ognuno di loro, tanto che un padre di famiglia, Giovanni, tornando a casa propone alla moglie di costruire un bunker sotterraneo nel prato di casa. La bionda mogliettina, la deliziosa Benedetta Mormino, non sembra condividere l'idea del marito e destando l'ilarità il pubblico gli dice: «Ma cosa ti viene in mente? Se il mondo poi non finisce, non possiamo neanche affittare una casa sotto terra!» però alla fine sembra lasciarsi convincere e questo bunker di Giovanni e Maria diventa argomento di punta di tutto il vicinato e del gruppo del bar della Polisportiva accanto. Saranno poi i figli della coppia a dissuadere i grandi dall'idea della costruzione sotterranea. «I bambini sono sempre stati e sempre saranno il futuro del mondo», dice Federico Lussana al finto papà e questa è la grande verità che vuole comu-nicare la recita e, diciamolo, indubbiamente la grande verità della vita. Grandi applausi dei genitori commossi e alla fine di tutto la certezza che la fine del 2012 altro non vuol significare che la rinascita dei veri ideali, un maggior rispetto della vita, dell'ambiente, della natura, insomma un cancellare l'egoismo e l'inizio dell'era del vogliamoci tutti bene. Grande impegno di tutti gli scolari per le ricerche sui Maya che raccontano essersi scambiati gli uni con gli altri via mail, mezzo tecnologico che spesso sembra averli traditi non recapitando al destinatario quanto voluto, ma a spettacolo finito si può dire che tutto sia andato per il meglio con il risultato sperato. A seguire, sempre la mattina di ieri sullo stesso palco, la Scuola Secondaria Durazzo con «Le nostre cose». Con martedì 29 finirà la rassegna che vede al Teatro degli Emiliani altri 2 spettacoli delle scuole primarie Marcello Durazzo e Bernardo Strozzi, così ci sia avvia verso la seconda fase della rassegna quella delle finali, che sarà una tre giorni di spettacoli, 5, 6 e 7 giugno, ospitata al Teatro della Gioventù.

Di quanto sta succedendo a Tegras in questi giorni si può anche vedere su Facebook dove una sorta di cronaca fornisce notizie e anche piccole recensioni dei vari spettacoli che stanno occupando i quattro teatri genovesi.

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