I giovani del Pd fanno squadra per prendere in mano il partito

(...) con il proprio numerino. Dietro di lei, c'è un manifesto alla parete per pubblicizzare la sottoscrizione per tagliare gli stipendi ai politici italiani, solo l'indennità si badi bene, non l'intero emolumento. Ma tant'è, quanto basta per solleticare gli animi già inviperiti, arrabbiati e indignati della popolazione. L'iniziativa è dell'Unione Popolare, lo stesso comitato che l'anno scorso promosse il referendum contro il Porcellum e che allora raccolse vagonate di firme. Ma qualcosa pare che questa volta non sia andato nel verso giusto. Nell'organizzazione o nella comunicazione dell'iniziativa quantomeno, nelle modalità di raccolta delle firme o nella spiegazione ai comuni per raccoglierle. Perché qui a Genova nell'ufficio anagrafe di corso Torino, il senso civico e la volontà di aderire ad una battaglia che si ritiene giusta, si sgretolano davanti a un foglio A4 che avvisa che le sottoscrizioni sono sospese, causa moduli sono esauriti. Stop, fine, chiuso, almeno fino a nuovo rifornimento di moduli, come se riprodurre quel ciclostile fosse l'impresa più complicata addirittura che ridurre davvero lo stipendio ai politici. Ma pur sempre un pezzo di carta è, o no?
Tentatino numero due. Primo piano, stanza 101, sempre ufficio anagrafe, sempre Genova. Scusi, sono venuta per firmare per l'abrogazione dell'indennità parlamentare. «Sì, ma i moduli sono esauriti». Lo so, ma ne ho uno con me, l'ho stampato da internet, va bene lo stesso? «Ah, l'ha stampato...Eh no, comunque non possiamo perché dovrebbe farsi dare la delega dal Comitato promotore. Eppoi ci deve essere la loro vidimazione e quella del Comune». Quindi non posso fare niente... «Dovrebbe andare a Tursi e vedere se ne hanno ancora, ma anche loro sono in attesa che li spediscano. Cosa vuole che le dica, qui continua ad arrivare gente, ieri ce ne hanno dati solo due. Abbiamo mandato via almeno un'ottantina di persone...In totale avremmo raccolto 200 firme». Ma voi non potete stamparli o fotocopiarli? «Non spetta a noi fare questi passaggi, ci devono arrivare dal comitato. Abbiamo chiamato e non rispondono mai. Ha mica provato nei municipi?».
Giusto, i municipi. E come non pensarci prima. Ci congediamo dalla signorina della stanza 101, e insieme a noi, anche una coppia di ragazzi che se ne va via con un nulla di fatto, e la certezza che dietro a tutte queste difficoltà oltre alle mancanze organizzative, ci sia qualcosa di più. «Saranno i politici ad aver dato lo stop...». Sarà, intanto al pianterreno dell'anagrafe, giù dove la signorina delle informazioni continua a smistare stranieri, mamme con bimbi, anziani e giovani, le persone continuano a sbattere il muso contro quel foglio A4 e la voce della signorina che ripete che la sottoscrizione è sospesa.
«Sai come la chiamavano un tempo questa cosa qui? Boi-co-tta-ggio. Ecco come. Ma ti pare che se non fosse stato per Facebook o Twitter non c'è stato un giornale o una televisione che ne ha parlato? E intanto la gente se ne va, perché se non ci sono i moduli, si sparge la voce, e non tornano più a firmare».
Dati i tempi stretti - il 27 è l'ultimo giorno buono per firmare - e le difficoltà per trovare i moduli, proviamo a chiamare direttamente il comitato promotore - che su internet dice di essere stato boicottato dai media - e a raccontargli quello che sta accadendo a Genova, come in moltissimi altri comuni italiani. «Vista la quantità di richieste, una al minuto, non abbiamo la possibilità di rispondere a tutte. Abbiamo autorizzato a scaricare da internet il modulo per la sottoscrizione - spiega il portavoce di Unione Popolare -. Il Comune deve farlo autenticare da un segretario comunale». E allora, il cartello che sta fuori dall'anagrafe con scritto che i moduli sono esauriti? «L'hanno messo perché non gli va di raccogliere le firme. Noi li abbiamo messi in condizioni di continuare, se glielo porta poi anche un cittadino la stampa, meglio ancora. Via web è molto più veloce il rifornimento dei moduli, non c'è bisogno dell'autorizzazione del comitato promotore. Non stiamo mica chiedendo la luna, solo un po' di collaborazione. Stiamo facendo una battaglia che è per tutti gli italiani....».
Ultima verifica, tentativo numero tre: i municipi. Al Centro Est dicono che gli spazi liberi sul foglio sono solo 14 e ripetono la stessa storia dei ritardi romani. «I promotori non li hanno più mandati. Deve essere la loro segreteria generale a firmarli, poi noi li mandiamo all'anagrafe e li verificano». Bassa Valbisagno: esauriti. Valpolcevera: 10 caselle libere; Ponente, una firma sola.

Medio Ponente: «Che referendum vuole lei, quello della Lega?». No, quello per l'abrogazione dell'indennità parlamentare, sa il taglio dello stipendio ai politici. «Ah, aspetti. Ah no, non ce l'abbiamo. Deve andare in via Sestri 64. Qui abbiamo solo quello della Lega». Capito.

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