I giovani con la valigia pronta: «Se vince Doria ce ne andiamo»

I giovani con la valigia pronta: «Se vince Doria ce ne andiamo»

C’è una fascia di astensionismo sulla quale Enrico Musso punta per poter vincere al ballottaggio di domenica prossima. Quel 70 per cento che nella prima manche elettorale non ha preferito né Marco Doria, né il candidato del Terzo Polo, ma che di certo - assicura Musso - è contrario all’amministrazione Vincenzi. E quindi potrebbe essere un buon bacino di preferenze su cui far leva e portare alle urne. D’accordo che di solito al ballottaggio, la percentuale dei votanti diminuisce ancora di più, ma se le percezioni del senatore sono buone, allora sì che potrebbero esserci delle sorprese.
E dunque? «Più di tre quarti dei genovesi o non hanno votato o non hanno votato per Doria. Dipende se gli astensionisti si muovono. Se decidono di andare a votare, cambia tutto». Nel senso che potrebbero capovolgersi i numeri del primo turno e mandare a gambe all’aria le previsioni di chi dava al ballottaggio già un esito scontato.
Ma manca ancora una settimana, c’è il tempo per l’ultimo rush finale con iniziative all’aperto, banchetti, gazebo, sopralluoghi nei mercati, nei municipi, camper. Contatto con la gente, presidio del territorio. Musso inizia dalla stazione Brignole con un flash mob dei giovani che mettono in scena la partenza da Genova, città che non riesce a dar loro una certezza per il futuro, lavoro, politiche abitative, incentivi, accoglienza. Con slogan che alludono alla sfida politica: «Forza Genoa, abbasso Doria»; «Doria vuole aumentare l’Imu sulla prima casa casa, ma chi ce l’ha la prima casa», «A Genova sei un fallito, se non sei del partito». «Noi vogliamo invece farli stare a Genova dando loro migliori opportunità di lavoro, trattenendo le imprese sul territorio che abbiamo fatto fuggire verso amministrazioni che offrivano condizioni migliori», spiega Musso. Ma per far questo, c’è bisogno di cambiare. Marco Doria è l’espressione della continuità, dell’amministrazione e delle coalizioni di sempre che hanno affossato anno dopo anno la Superba, portandola sull’orlo del baratro, ragiona il candidato sindaco del Terzo Polo. «Noi vorremmo dare una svolta all’amministrazione attuale. Doria invece rappresenta la continuità con la Vincenzi».
Per l’ultimo round, il senatore può contare anche sull’appoggio del centrodestra, per quanto non sia stato ancora ufficializzato. «Il Pdl è oggettivamente in difficoltà, hanno litigato su tutto. Ma il 99.9% degli elettori non hanno nulla a che spartire con il tracollo del partito o gli scandali che hanno coinvolto Berlusconi. Da parte della città ci dovrebbe essere lo sforzo di superare questa empasse e guardare al futuro». E il futuro vuol dire anche la squadra che potrà governare questa città: «Se io porto a casa i ventiquattro consiglieri del premio di maggioranza, ho una compagine compatta. Lui li deve dividere fra sei liste e solo quattro o cinque della sua. È un ostaggio del Pd». Se il candidato arancione poi vorrà essere accomodante anche nei fatti, allora la città si prepari ad avere una fotocopia di Burlando, aggiunge Musso. C’è il tempo per stigmatizzare una campagna elettorale dai toni eccessivamente velenosi. Il riferimento - precisa lo staff di Musso- è ai post pubblicati sulla pagina Facebook di Marco Doria in cui il candidato del Terzo viene accusato persino di avere una relazione con una donna del Mossad, oltre ad essere un attivista della Massoneria e di Mario Segni e di aver presentato una legge in Senato per l’apertura delle sale giochi, mentre è l’esatto contrario. «Sul web ci sono cose pesanti contro di me.

Ma andrò fino in fondo, perché ho preso un impegno con Genova che voglio portare avanti. Io lotto per vincere e per dare una prospettiva diversa a questa città. Altrimenti avrei accettato l’offerta dall’università di Hong Kong».

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