(...) Il problema al limite è semmai il fatto che lo stesso pensiero lo ha fatto Enrico Musso, battuto sì da Doria al ballottaggio, ma corroborato dal pienone di voti fatto con una sua lista semi-civica e dalla fiducia che larga parte del popolo moderato gli ha concesso nonostante i leader dei partiti non si siano certo sfiancati per dargli una mano. La conferma che lelettore - nel campo del centrodestra, perché lelezione di Doria dimostra che da parte opposta ci si comporta in maniera diametralmente diversa - non accetta imposizioni dagli apparati spinge Musso a dare ancora più forza al suo progetto della Fondazione Oltremare.
Poi cè la terza stella, o aspirante tale. Anchessa desiderosa di tornare a splendere come fece in un paio di circostanze. La stella di Sandro Biasotti vorrebbe ritornare a essere quella della prima, clamorosa vittoria in Regione. O almeno quella dellimportante affermazione del suo movimento «arancione», quello con la barba nel simbolo, che gli procurò percentuali altissime e un ruolo di spicco allinterno del partito. Non a caso lunedì sera, a caldo, Biasotti ha annunciato di non escludere una Rifondazione Arancione che, tramite la sua lista civica disciolta nel Pdl, possa far ripartire il centrodestra senza simboli di partito. Apertamente contro Pierluigi Vinai, con il quale non ha esitato a polemizzare ancora una volta in diretta tv, Biasotti era stato uno dei pochi a dichiarare con forza il suo voto pro Musso al ballottaggio. Ma potrebbe anche essere tra i primi a finire nel tritacarne azionato dal senatore, che vorrebbe «sacrificare i nomi più in vista, e i più chiacchierati» del centrodestra per ripartire con una formazione più credibile.
Fin qui le tre stelle «note» di uno schieramento in crisi didentità. E in cerca della luminosità perduta.
Poi ci sono le due stelle che stanno provando a sorgere. Una è quella che fa riferimento, in Liguria, a Raffaella Della Bianca. La consigliera regionale eletta con il Pdl è già da un paio di mesi passata al gruppo misto, ponendosi come referente del nascente schieramento dei «Riformisti italiani» in fase di costruzione anche a livello nazionale. Un gruppo che resta allinterno dello schieramento di centrodestra ma che si è formato anticipando il previsto e prevedibile sgretolamento del Pdl. A breve potrebbe essere presentato ufficialmente anche in Liguria, con lobiettivo mai nascosto di diventare una costola, magari quella trainante, di una nuova federazione del centrodestra.
Infine, ultima unicamente perché prenderà il via solo lunedì, la stella degli «amici del Giornale». Quella del popolo del Teatro della Gioventù che si ritroverà a sei mesi dal primo appuntamento indetto spontaneamente contro il «tradimento» del voto popolare imposto da Napolitano con il governo Monti. Protagonisti, già a novembre, il caporedattore del Giornale della Liguria Massimiliano Lussana, i consiglieri regionali Matteo Rosso e Marco Melgrati, oltreché Gianni Plinio, vicecoordinatore metropolitano del Pdl. Si sono dati il compito di dare voce a quella «base» dei moderati che si è troppe volte sentita ignorata dai partiti. Un appuntamento, quello di lunedì, al quale parteciperanno comunque nomi già noti del panorama politico genovese, perché sul palco hanno annunciato la loro presenza anche gli stessi dirigenti dei partiti, dimostrando così di accettare la sfida che viene loro lanciata dalla base.
I Riformisti e gli «Amici del Giornale» rappresenteranno le ultime due neonate stelle.
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