I No Tav «minacciano» Gronda e Terzo valico nel nome di Doria

I No Tav «minacciano» Gronda e Terzo valico nel nome di Doria

«Terzo Valico e Gronda come la Tav - spiega il capogruppo della Federazione della Sinistra Antonio Bruno - Non seguiremo i dettami del dibattito pubblico organizzato nei mesi scorsi da Marta Vincenzi. Possiamo ragionare su alcune opere condivise, come la strada a mare, ma esistono controversie fondamentali sul progetto, che non si deve fare. Le tensioni ci sono anche a Genova. Attivisti e leader dei comitati genovesi lottano e continueranno a lottare insieme ai valligiani piemontesi. C’è un’alleanza ideologica e non soltanto sui progetti».
Una settimana fa nel salone di rappresentanza di Tursi c’era il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli. Ieri pomeriggio c’erano no global e No Tav. Da un lato Antonio Bruno. Dall’altro il portavoce del Genoa Social Forum Vittorio Agnoletto per un convegno su «Crisi, pericolo o opportunità?». In mezzo ci doveva essere il candidato sindaco Doria, che tuttavia ha rinunciato perché «il compagno e caro amico Marco è rimasto in vacanza con la famiglia, prima di dedicarsi a tempo pieno alla campagna elettorale».
«Come al G8 di Genova - ha aggiunto Agnoletto - anche in Val di Susa la violenza da stigmatizzare è quella delle forze dell’ordine, non quella della popolazione. Il governo Monti ha lasciato la polizia libera di agire fuori controllo. Il segretario Pd Bersani è indecente quando evoca gli anni di piombo. Il terrorismo non c’entra niente. C’è una popolazione di una valle, appoggiata da molti altri italiani, che lotta contro un’opera inutile. A Genova si continuerà a lottare contro Gronda e Terzo valico».
I No Tav alleati con i no global puntano su Marco Doria, anche per avere mano libera sulla futura «contestazione» per le opere genovesi. La violenza di sinistra del dopoguerra, nata e coccolata dall’intellighenzia radical chic, prima con gli assassini del manifestante Venturini, poi con le Br e quindi con i manifestanti del G8, potrà nuovamente marciare a pugno chiuso sul tappeto rosso di Genova. In ballo c’è il rischio di un’altra triste decade della nostra storia.


Intanto la questura ha aperto il fascicolo di indagine per il blitz dell’altra sera dei «No Tav» a Brignole. Nel mirino della Digos ci sono circa quaranta attivisti. Sono più marinari che valligiani. Molti, infatti, sarebbero quei soliti «bravi ragazzi» vicini all’area anarco insurrezionalista e dei centri sociali genovesi.

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