(...) dal 6° posto e 2 dal 5°, in corsa a pieno titolo per i play-off con Padova, Varese e Brescia. Anzi, stando ai 25 punti conquistati da Iachini nelle prime 12 partite del girone di ritorno (media-gara 2,083 periodico) segnate dall'unica sconfitta di Torino, a petto dei soli 4 faticosamente raccolti nelle prime 6 prove della sua dura partenza in salita, con legittimo diritto di sorpasso. Per il mister appeso al berretto: chapeau!
Naturalmente guai mollare, com'è avvenuto - per fortuna senza conseguenze - nella ripresa anti Nocerina. Pance in dentro e petti in fuori a cominciare da venerdì pomeriggio (ore 19.00) a Crotone: autentico esame-finestra contro una squadra che - infine guidata da un Drago di nome e attualmente di fatto - dopo 6 pareggi in fila si è sfogata col 5-2 imposto all'Albinoleffe e l'1-2 che ha strozzato la gallina padovana. Dopo il cambio di conduzione e gli aggiustamenti di gennaio, la Sampdoria ha le carte in regola per centrare il bersaglio. Il portiere (Romero) è da alta serie A. Mentre potendo contare su Gastaldello, Rossini, Volta e Costa, la coppia centrale di difesa è il massimo per la B. Gli esterni bassi sono il punto debole; ma non troppo, se a sinistra Iachini punterà infine sul fulmineo Laczko e i due in alternativa a destra sapranno rispettivamente osare di più (Berardi) e registrare i piedi (Rispoli). A centrocampo, Renan finora s'è visto poco, Munari sta tirando il fiato e Soriano stenta a sveltirsi, ma gli eccellenti Obiang e Krsticic, a far filtro e in appoggio al talentuoso Juan Antonio, sono una garanzia. Davanti, infine, confermato che per essere considerato da alta serie A il talentuoso Eder dovrà segnare qualche gol, devo fare personale ammenda nei riguardi di Don Juan e Pellè, avendo sbagliato in partenza a giudicare il primo evanescente e il secondo lungodegente. Per fortuna il fantasista (e regista) si fa sempre più autorevole e l'aitante centravanti (4 gol in due partite, troppa grazia), non rapido ma di piede educato e cervello lucido, è entrato in forma in tempi accettabili e costituisce la migliore garanzia di copertura ai tormenti fisici dell'indomito e generoso Pozzi.
Perdere in casa dell'Inter degenere ma con campioni di scorta, ci sta. Quanto al punteggio, prenderne 5 (a 4) o uno (a zero) sempre zero punti fa. Il guaio è che per il Grifo in ammollo si tratta della quarta sconfitta che sommata a 4 pareggi fa la miseria di 4 punticini raccattati dalla gestione Marino nelle ultime 8 partite giocate. E insomma, a 8 tappe dal traguardo di serie A, 24 punti in palio, ecco il risultato: via marino e si torna a Malesani. Bé, riconfermo: meno male che il Lecce sta ancora sotto di 6 punti e il Novara di 10, sennò in casa Genoa e Fiorentina, nobili degeneri in preda alla famigerata «sindrome Sampdoria», starebbero suonando campane a martello! Questo ricordo - invitandoli a meditare - a quanti storcono il naso quando si definisce prezioso traguardo abituale del Genoa la parte sinistra del tabellone televisivo di serie A. Cosa ci insegnano i 56 gol subiti in 30 incontri, 1,86 periodico l'umiliante media-gara, ad onta di un grande Frey a guardia dei pali? Il valoroso collega ed amico Giampiero Timossi, mio successore al Monono, ha scritto che «i numeri condannano l'allenatore».
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