I tappini riempiti di stucco e dipinti con i colori della squadra del cuore

Carissimo dottor Lussana, sono sinceramente contento che lei abbia ritenuto di promuovere una iniziativa che condivido ed apprezzo, cioè quella di riesumare piccole ma simpatiche espressioni del nostro passato - più o meno remoto a seconda delle indicazioni fornite dalla Carta d'Identità.
Dal canto mio, avrei molte immagini da mettere a sua disposizione: dalla siringa di vetro, ai libretti del Ministero contenenti i codici di avviamento postale, dalla carta a carbone, alla piccola scatola Olivetti contenente il necessario per ripulire la macchina da scrivere, dalle vecchie pubblicazioni del Touring Club (non solo Vie d'Italia ma anche una «Guida dell'Africa Orientale Italiana» del 1938) alle minuziose carte al 1:25.000 dell'Istituto Geografico Militare. Ho anche parecchie foto degli anni '60.
Prima di concludere il mio già alluvionale testo (me ne scuso) non posso fare a meno di notare come a proposito delle meravigliose «grette» si faccia quasi costante riferimento alle corse ciclistiche («ciclotappo»). Noi le abbiamo invece usate soprattutto per partite di calcio. Un Subbuteo ante litteram.
Riempivamo la «gretta» con dello stucco su cui applicavamo poi un circoletto di carta ritagliato da un quaderno a quadretti, e dipinto con i colori della squadra ed il numero di maglia. Carta che era sempre unta per via dello stucco su cui poggiava.
Ricordo che per un ancor oggi imperscrutabile motivo mettevamo meno stucco nelle grette che dovevano svolgere il ruolo di difesa (terzini e mediani) che non in quelle degli attaccanti.
Avevamo anche costruito le reti ritagliando lembi di quei retini che avrebbero dovuto servire per catturare i pesci ma che in realtà riuscivamo sempre ad estrarre dall'acqua desolantemente vuoti o tutt'al più con qualche alga sul fondo.


Solo una volta ricordo di essere riuscito a pescare una «bavösa», pesce dall'aspetto disgustoso ed assolutamente non commestibile, di cui - con buona pace di Linneo - ignoro il nome scientifico.
Con i saluti più sinceri e cordiali la prego accettare anche le mie scuse per la lunghezza del messaggio.

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