Dopo Giuliano Giuliani in consiglio comunale e Heidi Giuliani al Senato della Repubblica la sinistra torna a candidare i parenti dei «protagonisti» del G8 genovese del luglio 2001. A questo giro è Sinistra Ecologia e Libertà a mettere in campo, per il consiglio municipale del Centro Est, la mamma di una delle persone coinvolte degli incidenti di piazza Alimonda. Si tratta di Gianna Della Torre, conosciuta come la pasionaria dei vicoli e madre di Massimiliano Monai il quarantenne genovese che tutto il mondo vide nelle foto in piazza Alimonda mentre impugnava una barra di legno e colpiva la jeep dei carabinieri da cui Mario Placanica avrebbe sparato contro Carlo Giuliani.
Quel Monai che, qualche anno fa, giustificava il suo gesto dicendo che «i carabinieri hanno caricato un corteo che non dovevano caricare e ho reagito. La trave l'ho trovata a pochi metri dal Defender, ho dato un colpo, pure piano. Credo che gli scempi del G8 siano stati ben altri». Così dopo i genitori di Giuliani arriva la mamma di Monai per dimostrare che la moda di speculare sul G8 a sinistra non è tramontata. E mentre gli uomini di Doria sono impegnati a chiudere le liste i problemi della famiglia, i tagli al terzo settore e i dubbi sul futuro delle politiche socio-sanitarie possono aspettare. Marco Doria dimostra di avere altre priorità e snobba il confronto con l’associazione «Itaca sostiene » e altre nove associazioni impegnate sul territorio genovese per approfondire il tema del disagio sociale. Un dibattito che ha l’altro ieri ha coinvolto tutti i candidati sindaco per Genova tranne quello del centrosinistra che ha preferito non partecipare direttamente e nemmeno mandare uno dei suoi collaboratori a rappresentarlo nel dibattito.
Si è discusso di tematiche sociali in un periodo in cui la crisi rischia di portare a nuovi tagli per il settore, mentre dilagano nuove patologie sociali (il gioco d’azzardo, i comportamenti di abuso di alcool, droga, farmaci) e si moltiplicano le richieste d’aiuto. E dire che la sinistra ha sempre fatto cartello sui temi «del sociale» raccogliendo sempre consensi da chi in quel settore è impegnato. Forse Doria è così convinto di avere già dalla sua quel bacino elettorale da poterlo snobbare. Tutti i candidati, o alcuni loro delegati, erano intorno ad un tavolo a confrontare proposte, dibattere, motivare idee e priorità.
Non il figlio del marchese rosso a cui i confronti non piacciono, così convinto di sé da decidere di non presenziare e nemmeno di inviare qualche collaboratore generando il rammarico e «lo scontento delle associazioni presenti che hanno lamentato il fatto che, così facendo, il candidato non accetti un confronto diretto con la cittadinanza attiva rappresentata dalle associazioni», hanno scritto i promotori dell’iniziativa. All’incontro di mercoledì, per esempio, non erano presenti nemmeno Enrico Musso e Pierluigi Vinai per impegni presi in precedenza.
Ma al loro posto erano seduti collaboratori che si sono e si stanno spendendo per il programma elettorale sui temi all’ordine del giorno: Rosanna De Luca per la lista civica di Musso, Enrico Cimaschi per la coalizione che sostiene Vinai. Presenti tutti gli altri, tra cui Susy De Martini della Destra che ha commentato con ironia l’assenza di Doria: «Evidentemente il candidato del centrosinistra è più abituato a sedere nei consigli di amministrazioni di Fondazione Bancarie piuttosto che tra persone che lavorano ogni giorno per gli altri- attacca Susy De Martini- . Spero che i genovesi ne tengano conto quanto voteranno ».
Non più tenero Vinai che sta facendo del rapporto tra amministrazione comunale e terzo settore una delle bandiere del suo programma: «Doria sta dando per scontato il sostegno a suo favore del mondo dell’associazionismo
spiega il candidato di Pdl e Liguria Moderata- . È il classico atteggiamento demagogico della sinistra. Io continuo a confrontarmi con tutte le associazioni che mi contattano ieri, per esempio, ho incontrato Legambiente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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