«Quelli si danno botte da orbi pure durante la conferenza dei capigruppo. Altro che unità della sinistra. Doria ha nominato gli assessori di testa sua, senza tenere conto dei voti popolari e gli altri adesso gliela fanno pagare. Ecco perché si continuano a fare assemblee, ma non si decide e non si porta in consiglio neanche una delibera. Il sindaco ha paura di cadere dalla poltrona da un momento all'altro».
Ieri il consiglio comunale è iniziato alle 15 e si è chiuso alle 17, concludendo otto pratiche di interpellanze e una mozione «poverina». A molti è venuta una barba lunga così, ma i consiglieri Pdl Matteo Campora e Mario Baroni hanno svelato alcuni retroscena dell'immobilismo doriano e delle lotte intestine fra i trinariciuti compagni. Il capogruppo sel Gian Pastorino ha confermato: «Ovviamente non ci siamo dati botte da orbi - spiega - ma con il capogruppo pd Simone Farello sono volate parole grosse. Se nel merito non è d'accordo con la nostra politica, se ne discute. Tuttavia, non può alzare la voce con me, né entrare e uscire dalla conferenza dei capigruppo e avere atteggiamenti quasi infantili. Quella che sostiene Doria è una maggioranza di sinistra e non del Pd e basta».
«Adesso ci si è messa anche l'assessore Anna Maria Dagnino - commenta il capogruppo fds Antonio Bruno - che ritiene incongruente tenere unico e basso il prezzo del biglietto integrato bus-treno. Non è di sinistra aumentare il prezzo da 1,50 a 2,50 euro, ma è ancora più deleterio ipotizzare di aumentare il costo dell'abbonamento da 380 a 520 euro. Occorre invece lavorare sull'integrazione bus-treno.
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