L'odio su Facebook già «processato» dai pm di Savona

(...) dalla procura savonese per aver scritto su facebook che per alcuni immigrati irregolari «servirebbero i forni crematori». Ora l'odio razziale su facebook, con l'augurio che si ripeta per gli avversari politici la stessa barbarie di piazzale Loreto, viene espresso da un esponente del Pd. «Abbiamo notato una rispondenza delle ipotesi di reato - fanno notare Eraldo Ciangherotti, Bruno Robello e i loro colleghi di giunta -. Per legge è punibile chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. C'è poi la diffamazione a mezzo stampa per aver leso l'onore e il decoro di oltre dieci milioni di italiani che si sono riconosciuti in Silvio Berlusconi. Ma c'è anche la più semplice istigazione a commettere reati con l'aggravante di non rispettare i dettami della legge Mancino». Insomma, come il leghista finito a processo per un post su facebook, la legge uguale per tutti dovrebbe perseguire e punire allo stesso modo il post su facebook dell'esponente Pd.
Munì, tra l'altro, prima di essere convinto a parlare di un «infelice sfogo ironico», aveva ripetutamente insistito sul concetto anche quando alcuni suoi amici gli avevano fatto notare la gravità di certe affermazioni. «Ocio...», gli suggeriva un amico. «Nessun ocio... Ormai siamo alle comiche finali e tanto vale usare i luoghi della memoria storica di questo paese per porre fine a questa farsa!» E poi ancora: «Morte al tiranno!!!!... E ovviamente ai suoi tirapiedi!» Niente male, per essere qualcosa di frainteso.
A parte alcune persone che hanno preso parte al dibattito sulla pagina facebook, non c'è stata alcuna presa di distanza del Pd. Né tantomeno si è dissociato il neo deputato Franco Vazio, che ha avuto in Munì un fedele braccio destro. «Complice e assordante il suo silenzio, come quello della segreteria locale del Pd dalla quale Munì ha poi rassegnato le dimissioni», fa notare il gruppo di assessori del Pdl. Che poi, dicendosi certi dell'imparzialità che dimostrerà la magistratura savonese, sottolineano come invece una forte disparità di trattamento sia già stata messa in campo da alcuni organi di stampa. «Cosa da evidenziare è che dell'episodio in casa Pd pare essersi completamente disinteressata certa stampa, alcuni giornali online e anche il quotidiano ligure solitamente attento a casi locali analoghi relativi al centrodestra, tanto che aveva dedicato locandine, prime pagine nazionali e diverse puntate di aggiornamento in corso d'opera» quando sotto accusa era il post su facebook di un consigliere leghista.
Gli assessori del Pdl concludono ricordando come le pessime parole di Munì siano ricche di spunti infelici.

Dopo il ricordo di Ferruccio Parri che aveva bollato come «macelleria messicana» lo scempio di piazzale Loreto, gli assessori Pdl fanno notare a Munì come lo stesso luogo evochi anche una strage di partigiani ad opera dei nazisti. Sempre atti di odio razziale e politico. La cui rievocazione non può passare sotto silenzio.

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