Giorgia Meloni sfida il Campo largo e fa risuonare il suo altolà sulla patrimoniale. Si riaccende lo scontro politico e al centro c'è la tassa sui grandi patrimoni che inevitabilmente divide maggioranza e opposizione e diventa una cartina di tornasole ideologica.
La premier sui social non esita a ribadire con forza la linea del governo: "Le patrimoniali ricompaiono ciclicamente nelle proposte della sinistra. È rassicurante sapere che, con la destra al Governo, non vedranno mai la luce". Un messaggio diretto, che riaccende una discussione già calda per lo sciopero della Cgil. Il leader sindacale Maurizio Landini ha riproposto la sua idea: tassa dell'1,3% sui patrimoni superiori ai due milioni di euro, con un gettito stimato in 26 miliardi.
Meloni, però, chiude la porta a ogni ipotesi. E così fa la sua maggioranza. La senatrice di "Noi Moderati" Mariastella Gelmini rimarca la diversa gerarchia delle priorità tra i due schieramenti. "Il governo ha scelto di mettere al centro della legge di bilancio le famiglie, le imprese e il ceto medio impoverito. La sinistra, invece, evidentemente a corto di idee, rispolvera ancora una volta la patrimoniale: una misura pericolosa per i risparmi degli italiani che, come ha giustamente ricordato Giorgia Meloni, con il centrodestra al governo non vedrà mai la luce. Che dire, ognuno ha le sue priorità". Dello stesso tenore l'intervento di Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati: "Tasse, tasse, tasse e patrimoniale: è la fallimentare ricetta economica della sinistra ripetuta come un mantra. Noi le tasse vogliamo diminuirle: con il centrodestra al governo non ci sarà mai né la patrimoniale, né un regime fiscale che mette le mani nelle tasche degli italiani. Condividiamo il principio della progressività e della proporzionalità fiscale secondo cui chi ha di più contribuisce maggiormente, ma siamo fortemente contrari alla patrimoniale, una misura ideologica ed antieconomica, perché ridurrebbe il gettito fiscale, colpirebbe il ceto medio e genererebbe sfiducia nel nostro sistema economico, disincentivando gli investimenti".
Dall'opposizione, però, arrivano reazioni ostili al governo sul fisco, ma che evitano il merito della patrimoniale. La segretaria del Pd Elly Schlein, attacca sui numeri della pressione fiscale: "La pressione fiscale è salita al 42,8%, il massimo degli ultimi dieci anni, come dicono i dati del governo, non del Pd. Il governo Meloni ha aumentato le tasse per tutti. E come se non bastasse, nella prossima manovra interviene sull'Irpef e aiuta di nuovo i più ricchi anziché il ceto medio che si è impoverito. Con che faccia stamattina si sveglia e attacca le opposizioni?".
Dal fronte di Alleanza Verdi e Sinistra arriva invece un sostegno pieno alla proposta di Landini. Nicola Fratoianni spiega: "Sono assolutamente d'accordo con una tassazione per chi ha di più. La redistribuzione è puro buon senso, poi si può ridiscutere la soglia, l'aliquota, ma la misura è giusta". Gli fa eco il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, che chiede un contributo dei super-ricchi: "Perché chi è super-ricco non deve dare un contributo per sostenere la sanità pubblica e aumentare stipendi e pensioni che sono tra i più bassi in Europa? Meloni è dalla parte dei super-ricchi e difende un sistema che è sempre più ingiusto dal punto di vista sociale".
In controtendenza e con un approccio critico è l'intervento Matteo Renzi che vede in questo dibattito un gioco mediatico dal quale la premier esce inevitabilmente vincitrice: "Sulla patrimoniale si gioca il capolavoro mediatico della Meloni e l'ennesimo autogol del centrosinistra. Meloni ha aumentato le tasse, ma il centrosinistra le regala un argomento facile.
Finché lei può dire con noi nessuna patrimoniale, diventa la paladina dei cittadini contro lo Stato esattore. È l'Abc della comunicazione: più parli di patrimoniale, più fai un regalo al governo che ha aumentato la pressione fiscale più di chiunque altro. Si chiama autogol. E con gli autogol si perdono le partite".