«L'Odissea dei ragazzi» che arrivano in Italia con la speranza di vivere

Sono arrivati in Italia da soli dopo viaggi indescrivibili, sono minorenni, sono stranieri e sono una forza della natura i ragazzi che con l'aiuto di Laura Sicignano stanno preparando uno spettacolo in prima nazionale alla Tosse dal 4 al 9 dicembre prossimi. Il titolo «L'odissea dei ragazzi» la dice tutta sui loro percorsi. Un progetto nato da un'idea della Sicignano e dell'avvocato Valentina Traverso, tutore di molti stranieri non accompagnati che richiedono asilo ospitati nelle strutture genovesi Samarcanda e Tangram. «Le strutture di accoglienza nate alla fine degli anni '90 servono ai ragazzi che sfuggono da situazioni difficili e dai conflitti bellici, i loro percorsi sono travagliati e i loro viaggi durano anche anni - dice Simona Binello direttrice di Agorà -. Noi cerchiamo di dar loro quella solidità di cui hanno bisogno cercando di inserirli nel tessuto locale, ma non è facile trattandosi di immigrazione marginale. Laura ha dato loro una chance importante, un'occasione unica per comunicare, conoscere e farsi conoscere».
Lo spettacolo fa più leva sull'utilizzo del corpo che sulla parola dal momento che i giovani attori sono tutti di provenienze diverse e con poca dimestichezza con l'italiano, ma è proprio attraverso la fisicità che riescono a dare vita ad un dialogo umano e costruttivo sperimentato con nuovi codici di comunicazione. «I vuoti e le distanze sono enormi - spiega la Sicignano - sono stati parecchi gli scontri iniziali, ma si è superato tutto. In scena vengono fuori i caratteri di ognuno e in questi ragazzi ho riscontrato quello che spesso manca ad attori professionisti: una grande padronanza della scena». Le parole del testo sono loro, ma non si è voluto trattare le loro storie personali, l'Odissea arriva attraverso le azioni ed è il filo conduttore di un percorso di conoscenza tra culture diverse.

«Una storia d'amore - continua la regista - in cui ognuno parla liberamente di sé come Shahzeb, pakistano, che quando gli ho chiesto di dirmi una frase in cui si riconoscesse mi ha risposto così: vivo in una giungla, dormo sulle spine».

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