Dice di votare Pd, ma partecipa alla campagna elettorale del candidato sindaco del Pdl Pierluigi Vinai. Giura di sostenere il compagno Marco Doria e sale sul palco insieme al coordinatore della lista della Polverini, l'ex assessore Pasquale Ottonello. Dichiara di essere disponibile a partecipare a qualunque dibattito «dove viene invitato il sindaco di Genova», ma a fianco del marchese rosso finora non l'ha vista nessuno. Ieri sera Marta Vincenzi ha stretto la mano pure al candidato numero 3 di Città Nuove, lo storico rappresentante della destra a Tursi, Gianni Bernabò Brea, durante l'incontro pubblico al Teatro della Gioventù organizzato dalla lista collegata a Vinai e intitolato: «Sviluppo, lavoro e servizi per Genova». Se il candidato sindaco del centrodestra dovesse andare al ballottaggio, al secondo turno se ne potrebbero quindi vedere delle belle. Perché non si può escludere lo «sgambetto» delle donne del Pd - Vincenzi e Pinotti - che alle primarie sono state sconfitte dall'uomo di Nichi Vendola.
«Il problema è risolto - ha ironizzato ieri la sindaco - le donne sono sparite dalla scena politica genovese. Comunque ci tengo a dire che non sono venuta al dibattito di Città Nuove per sostenere la lista di Ottonello. Vado dove mi invitano e dove c'è un tema che mi appassiona. È un fatto di crescita collettiva».
«Partecipare al nostro incontro pre-elettorale - commenta Bernabò Brea - più che un atto di coraggio amministrativo, appare un atto politico contro il radical chic Marco Doria. La nostra lista apprezza l'intervento della sindaco addirittura dal palco insieme al nostro coordinatore. Tuttavia devo osservare che, ancora una volta, la prima cittadina non ha fatto altro che la lode del suo mandato e della sua amministrazione che, invece, ha prodotto e concluso ben poco per Genova. Tanto fumo e poco arrosto. Per non parlare dei danni fatti alla città e ai cittadini».
Ieri sera alla convention di Città Nuove, moderata dal giornalista Mario Bottaro, ha parlato pure Giampiero Cama, docente di Scienze Politiche all'Università di Genova, che ha sostenuto la necessità di infrastrutture, gronda compresa.
«L'idea di città per cui abbiamo lavorato - ha aggiunto Vincenzi - nel futuro non può prescindere dalle infrastrutture perché sono state fatte delle scelte partecipate.
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