Alla mia città servono scelte che partano da un porto «vivo»

Caro direttore, visto l'invito che hai rivolto ai lettori nei giorni scorsi, colgo l'occasione per portare qualche contributo almeno in termini di idee in questa città che ogni giorno dimostra sempre più di avere un elettroencefalogramma piatto. Una breve analisi dei fatti mette in evidenza che dopo gli ultimi interventi infrastrutturali in alta val Bisagno voluti, guarda caso, dai socialisti presenti sia sul territorio che in Provincia e in Comune altri interventi di egual mole e funzionalità non hanno più trovato posto in questa città.
Cosa propongo allora?
Intanto di favorire la crescita di una classe politica, economica ed imprenditoriale che abbia la lungimiranza di mettere in primo piano la creazione di occasioni di lavoro che diano possibilità di occupazione ad alto valore aggiunto.
Quindi non puntare solo alla ricerca, che se fine a se stessa, finisce di ricercare solo lo stipendio, ma coniugare i bisogni di ricerca e sviluppo dell'impresa con l'offerta dei poli tecnologici legandoli alla compartecipazione dei benefici che entrambi possono produrre.
Di conseguenza favorire il recupero delle ex aree industriali con appositi incentivi fiscali e anche attraverso la creazione di una rete di collegamenti più funzionale e dinamica, per l'insediamento di nuove attività imprenditoriali.
Non bisogna dimenticarsi di sfruttare le potenzialità del Porto che una volta apportate le necessarie ristrutturazioni logistico/funzionali può portare grande beneficio alla città sia in termini di occupazione nel settore che delle imprese locali che possono ricevere materie prime e/o semilavorati possono immediatamente far ripartire i prodotti finiti per ogni angolo della terra.
Come penso che si possa riordinare il porto?
Pur non essendo un tecnico ho provato a ragionare come una brava massaia che non mette il burro sul calorifero e lo zucchero al posto del dentifricio.
Il porto:
Parto da una osservazione molto intelligente che fece anni or sono, se non ricordo male, il dr. Capocaccia che metteva in esigenza la necessità di mettere i traghetti all'ingresso del porto dove attualmente si trovano le riparazioni navali; di conseguenza si può cogliere l'occasione di accentrare tutta la navalmeccanica nel ponente cittadino, cogliendo l'occasione di spostare a mare l'intero settore petrolchimico.
Di sicuro da tale intervento l'area bacini, opportunamente ristrutturata, potrebbe diventare un importante centro per la nautica da diporto con adeguate strutture ricettive.
Resta ancora l'importante settore dei contenitori, che purtroppo quanto sta accadendo in questi giorni, potrebbe dare serie e durature risposte ai lavoratori Ilva, andando ad utilizzare la relativa area come retro porto o distripark, accentrandovi i terminali che si trovano ai ponti coloniali e al Sec.
L'aeroporto
potrebbe essere potenziato spostandolo a mare, utilizzando i materiali di risulta delle gallerie ferroviarie dotandolo di due piste e di un collegamento ferroviario diretto con la stazione Centrale di Milano e nella sua area ospitare gli attracchi del settore petrolchimico.
Scusatemi se è poco, ma ci sono ancora due «piccole» cose da fare: Prima cosa mettere in sicurezza sismica e idrogeologica l'intera città dando opportuni incentivi volumetrici per favorire l'abbattimento e il rifacimento, nel rispetto delle nuove tecniche costruttive e ambientali, di tutti quegli insediamenti che si trovano ad un livello almeno di due volte la massima piena dei bacini interessati e di quelli che non hanno requisiti di consolidabilità strutturale per resistere ad eventuali eventi sismici di un certo rilievo a prescindere dalle statistiche. Seconda cosa, i collegamenti: Genova ha bisogno di ammodernare i collegamenti periferici per l'utenza pubblica e privata attraverso una bretella urbana che permetta il collegamento diretto tra i vari quartieri di periferia liberando il centro cittadino dall'inutile traffico di persone e mezzi.
Lo stadio
In ultimo, sulle polemiche dello stadio alla Fiera, lo ritengo positivo a condizione che diventi un unico centro sportivo di qualità con Palasport e campi per basket, pallavolo, ecc., dotato come a Montecarlo di adeguati parcheggi e strutture viarie che non rendano schiavi i quartieri in cui si trovano, nel caso, ad esempio, utilizzando l'area della rimessa Amt di Ponte Campanella a parcheggio di interscambio Genova Est dotandolo di una metropolitana, con Veicolo Automatico Leggero (come a Torino) che lo colleghi a Centro e Fiera con neppure due chilometri di galleria.
Perciò visto che un po' di idee, seppur discutibili, censurabili, ecc..

le ha avute già a suo tempo un semplice lavoratore, mi chiedo perché gente di alta cultura e estrosità in questi decenni abbia «tirato a campa'». Da socialista riformista, ho sempre pensato a dare occasioni di lavoro per arricchire di strumenti la mia città e il mio Paese

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