«Musso? Musso non mi ha ascoltato molto in questa campagna elettorale. Bisogna pensare al bene dei genovesi ai quali bisogna spiegare quello che si farà per questa città. Quale sarà il destino di Amt, ad esempio, parlare di bilancio, di lavoro, di aziende, di urbanistica. Basta con il gossip che si è fatto finora sugli appartamenti di questo o di quello. Se nè fatto fin troppo». Regione Liguria, il giorno dopo il primo verdetto delle amministrative, Rosario Monteleone punta dritto al cuore della questione. Che il suo candidato, il senatore Enrico Musso che si è presentato con la sua lista civica sotto linsegna del Terzo Polo, sia arrivato al ballottaggio è di certo un risultato di cui andar fieri. E però. Però ci sono alcune cose che il presidente del consiglio regionale e segretario regionale dellUdc ricorda, con una certa energia, a Musso.
Perché, dopo i risultati di lunedì notte, la vera campagna elettorale inizia ora, in questi quattordici giorni che separano Genova dallinsediamento del nuovo sindaco. E quindi? «Quindi bisogna convincere il primo partito della città, quelli che non sono andati a votare, ad andare alle urne. Dobbiamo dar loro un progetto e prospettive». Se Musso è arrivato dove è arrivato, seppure rubando dun soffio il posto ai grillini, di certo è merito dellUdc. «Cè molto del partito, è stato determinante. Basta scorrere i risultati elettorali: ci sono 12 candidati udc nei primi 15 posti. Se adesso si aprirà un vero confronto con gli elettori, allora sì che potranno esserci sorprese».
Che Vinai sia stato spazzato via in una notte, questo sì che non è per niente sorprendente, aggiunge Monteleone. Era nellaria, dice lui, si sapeva. Non è colpa sua, bastava guardare il trend nazionale e Genova non ha fatto che confermarlo. Daccordo, ma ora per riuscire a fermare Doria, Musso ha bisogno anche dei voti del centrodestra? «Condivido la sua opinione di non fare apparentamenti. Ora deve solo dare un taglio alla campagna elettorale rivolgendosi ai cittadini. Bisogna unire gli elettori sulla base delle proposte. Il dato che emerge da queste votazioni è che cè un clima anti ammucchiate: Doria non vince al primo turno. Oggi si devono andare a cercare gli elettori di Genova e non le sigle che non sarebbero capite dalla gente e punirebbero soltanto il risultato elettorale».
Monteleone ripensa alla sua idea del «patto per governare la città» che lanciò qualche mese fa quando inizio la campagna elettorale. Allora propose un governo di larghe intese per guidare Genova. «Ma questidea è fallita», ammette.
I numeri dellaltra sera sono una sberla sonora a tutti i partiti, nessuno escluso. Certo, le ferite maggiori toccano al Pdl e alla Lega che a Genova ha preso una scoppola niente male, ma lascesa dei grillini ha lasciato con tanto di naso, tutti. Udc, Terzo Polo compresi.
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