Nell'anno dei tre tecnici, non si può discutere Balla

Nell'anno dei tre tecnici, non si può discutere Balla

(...) Tutto questo, come al solito e come con la Sampdoria, è riassumibile in numeri, dallo zero al dieci. E, come al solito, ci sono alcune regole d'ingaggio: per entrare nel pagellone, ad esempio, occorre essere andati almeno in panchina in partite ufficiali (il campionato e l'unica partita di Coppa Italia con il Verona, supplementari compresi) almeno una volta; i voti, per l'appunto, spaziano attraverso tutte le varianti disponibili, in alto e in basso; alcuni sono volutamente esagerati, altri volutamente provocatori.
Sebastian Frey: grandissime parate e grandissimi errori. In una parola Frey. Stavolta, prevalgono, di poco, i secondi. Voto 5,5.
Alexandros Tzorvas: se la salvezza non è arrivata prima, la colpa è anche della sua prestazione a Firenze.
Voto 3,5.
Antonio Donnarumma: tocca aspettare l'ultima partita a Bologna per vederlo esordire in A. Ma ne valeva la pena.
Voto 7,5.
Lukas Zima: il Genoa lo soffiò alla Juventus. Per tenerlo in panchina in Coppa Italia.
Senza voto.
Robert Stillo: dicono sia il portiere del futuro. Qualche panchina nel presente.
Senza voto.
Cesare Bovo: l'immagine dell'autogol nel derby di andata è quella che resterà impressa ai tifosi. Eppure, persino quando Ballardini lo inventa regista, non è il peggiore. Difficile rivederlo a Genova, ma non è un giocatore finito.
Voto 5.
Damiano Ferronetti: il giocatore più sfortunato del mondo. Torna da un infortunio e si infortuna. Recupera, Ballardini ha la grande sensibilità umana di farlo entrare e poi si ri-infortuna. Mette insieme 4 presenze e 129 minuti, ma merita, di incoraggiamento, comunque,
voto 6.
Andreas Granqvist: offrivano molto per portarselo via. Perchè non gliel'hanno dato?
Voto 5,5.
Thomas Manfredini: una delle pochissime cose buone portate da Del Neri. Lui e Portanova diventano leader dello spogliatoio in poche settimane.
Voto 7.
Daniele Portanova: Vedi Manfredini.
Voto 7.
Mario Sampirisi: Non si sa se sia più colpevole lui, chi lo dipingeva come il futuro dei difensori italiani o chi lo continuava a farlo giocare oltre ogni ragionevole logica.
Voto 2.
Luka Krajnc: Del Neri lo fa esordire addirittura titolare. Ma i suoi 67 minuti in due presenze sono da dimenticare. Voto 3,5, anche se la colpa non è sua.
Marco Rossi: grande cuore, grandi infortuni. In alcune partite, messo fuori ruolo, fa grandi danni. Ma, sulla fiducia, anche per il ruolo nello spogliatoio, voto 6.
Luca Antonelli: parte riserva e in riserva, arriva in Nazionale. Fra i migliori. Voto 8.
Emiliano Moretti:
il suo anno migliore. Raramente tradisce. Voto 7.
Eros Pisano: gli danno fiducia dieci volte e la dilapida dieci volte.
Voto 3,5.
Mattia Cassani: costa tantissimo rende pochissimo. E pensare che era nel giro della Nazionale. Voto 3.
Michele Canini:
a Cagliari era bravissimo, a Bergamo bravino. Perchè qui ha fatto disastri? Voto 3,5.
Nenad Tomovic: se qui non giocava e poi è diventato titolare nella Fiorentina che è la più bella squadra del campionato, qualcuno ha sbagliato. Non lui.
Voto 7 (di rimpianto).
Alberto Marchiori: quest'anno va in panchina, ma senza svenire. Senza voto.
Moro Alhassan: qualche panchina pure per lui. Senza voto.
Juan Manuel Vargas: dovrebbe fare la differenza e non la fa. Però, quelle poche volte che gioca, e che riesce a giocare come vuole e come sa, fa la differenza. In mezzo a gente che non sa dove stia di casa il bel gioco, è già qualcosa.
Voto 7.
Francelino Matuzalem: comunque, sempre decisivo.
Voto 7.
Juray Kucka: troppo discontinuo per essere vero. Voto 6.
Daniel Tozser: la moviola in campo è già realtà. Voto 3.
Felipe Seymour: chi l'avrebbe mai detto che l'avremmo rimpianto così tanto. Voto 6,5.
Davide Biondini: 76 minuti in Coppa Italia per un altro che avrebbe potuto venir buono.
Voto 6,5.
Leonardo Melazzi: prima che arrivi, come spesso accade al Genoa, gli suonano le grancasse, spiegando che «con Melazzi sarà tutta un'altra storia». Di lui si ricorda una sparizione da un allenamento. Invece, non si ricordano le due presenze e i 28 minuti in serie A. Voto 2.
Giandomenico Mesto: darlo al Napoli è un buon affare per il Genoa.
Voto 5.
Ruben Olivera: il Pollo torna per fare l'ala, ma anche il regista. Ma, anche, fortunatamente, panchina. Cinque presenze e 165 minuti senza lasciare tracce. Pollo lesso. Voto 4.
Marco Rigoni: non è un fenomeno, ma il gol con la Lazio è di quelli pesantissimi e può crescere il prossimo anno.
Voto 5,5.
Enis Nadarevic:
Tre presenze, 96 minuti, tantissimo fumo, pochissimo arrosto. Eppure, non lo butterei via senza dargli un'altra chance. Voto 5,5.
Gianmario Piscitella: Luis Enrique l'aveva fatto esordire in serie A nella Roma e aveva fatto anche bene. Quello di Genova è un'altra cosa e viene coinvolto nel naufragio della sgangherata gestione di Del Neri. Voto 3,5.
Bosko Jankovic:
quello di quest'anno è un Bosketto, spesso indisponente e spesso inguardabile. Eppure, ha qualità indubitabili e qualche giocata lascia comunque il segno. Nonostante tutto, voto 6.
Andrea Bertolacci: lo vuole De Canio, ma poi non lo fa giocare. Ogni volta che c'è, sia pure con qualche pausa, è indispensabile.
Voto 7,5.
Cristobal Jorquera: eterna promessa, eternamente non mantenuta. Voto diminuito perchè può dare, ma non si applica. Voto 4.
Valter Birsa: Va in panchina a inizio campionato e non gioca. Poi va a Torino e gioca.
Senza voto.
Anselmo:
un altro della banda degli inguardabili. Si nota per la capigliatura molto afro e per uno scatto la prima volta che gioca che pare destinato a scatenare il panico nella difesa avversaria. Ma finisce lì, un po' come Luis Silvio Danuello nella Pistoiese, e l'unico panico che lascia in eredità è quello per i tifosi rossobù ogni volta che lo vedono entrare. Fortunatamente sono solo cinque, per 131 minuti in tutto. Voto 2.
Alexander Merkel:
A Milano sembrava bravissimo. Qui è indisponente. Se si pensa che è stato in qualche modo scambiato con il Faraone El Sharawi, l'affare non pare averlo fatto il Genoa. Voto 2.
Linus Hallenius: Lo descrivevano come il sosia di Ibra, solo un po' più bravo, arrivato al Genoa. Il solito Del Neri lo fa esordire titolare. Fa quarantacinque minuti, poi viene levato e, giustamente, non lo si vede mai più.
Voto 2.
Ciro Immobile: se è quello di Pescara e dell'Under 21 è il futuro. Se è quello del Genoa ha un grande futuro dietro le spalle. Voto 5.
Marco Borriello: segna meno di quanto dovrebbe, ma è il calcio. Tiene su il reparto da solo e mette costantemente in apprensione le difese. Voto 8,5.
Sadi Amhed Said: cinque presenze, 121 minuti, pure un gol. Difficile pretendere di più da lui.
Voto 6,5.
Antonio Floro Flores: è gradito il ritorno. Può essere l'arma in più del prossimo anno. Voto 6,5.
Alberto Gilardino: per quello che ha fatto a Bologna meriterebbe 8. Per quello che aveva fatto a Genova in Coppa Italia contro il Verona, merita
voto 3.
Ze Eduardo: era in panchina contro il Cagliari alla prima di campionato. A Genova, a Siena, in Brasile, nella barzelletta del trasferimento sfumato al Milan, è sempre contraddistinto dalla stessa caratteristica tecnica. Combina poco o nulla, ma manda tweet.
Voto 1.
Gigi De Canio: non mi convinceva prima che iniziasse la stagione e non mi convince a stagione iniziata. Insomma, non scalda i cuori. Non il mio, perlomeno. Eppure, fa una media punti di 1,07 a partita che, seppure inferiore a quella di Ballardini, è quasi il doppio di quella di Del Neri.
Voto 5.
Gigi Del Neri: semplicemente, inguardabile. Con la sua media punti, il Genoa sarebbe finito a giocarsela col Pescara.
Voto 1.
Davide Ballardini: prende in mano una squadra morta, senza fare la preparazione e senza scegliere uomini a gennaio, tutti acquistati per far contento Del Neri e le sue ali, e ridà vita a una squadra morta. Nelle ultime giornate, il bel gioco è un'ipotesi, ma la salvezza no. Eppure, si discute della sua conferma.
Voto 8.
Enrico Preziosi: lui si dà 4,5, ma ammettere le scelte sciagurate con gli allenatori e richiamare il Balla che gli salva la baracca, fa salire il voto a 5. Se lo conferma, può sperare nel 6. Se persevera con Del Neri, può scendere a 2. Diciamo che la media, per essere buoni, fa
voto 5.


Lo staff: quando il gioco è talmente brutto da far venire voglia di girarsi dall'altra parte, se dall'altra parte c'è il gruppo dell'harem-ufficio stampa di Dino Storace e Pietro Pisano guidato da Danila Bavastro, l'impresa è facilitata. Voto 8.

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