«Non ho intenzione di lasciare ad altri il ruolo di coordinatore regionale dell'Idv, anche se il partito deve continuare il cammino di apertura alla società civile e dare spazio alle nuove generazioni. L'intesa con Tonino è salda, pure sulle questioni locali come moschea e gronda. La squadra dell'Idv a Genova è compatta. Siamo pronti a dare il nostro contributo per far vincere Doria». Il numero uno dipietrista in Liguria, Giovanni Paladini, ieri si è presentato a fianco del leader Antonio Di Pietro e del candidato sindaco del centrosinistra, facendo la voce grossa. Ha sgomberato il campo dalle voci di dimissioni «anticipate» a dopo le amministrative, per il supposto calo dei consensi e per la questione delle sponsorizzazioni dell'ex tesoriere leghista Belsito alla squadra di calcio Pontedecimo, di cui era presidente nel 2006.
«Ho piena fiducia in Paladini - ha puntualizzato l'ex pm di Mani pulite - sono convinto che l'Idv a Genova avrà un successo elettorale e che la coalizione di centrosinistra vincerà la corsa a Palazzo Tursi. Sulle altre vicende, se qualcuno vuole girare un film faccia pure. Appoggiamo il programma di Doria, che ho letto con grande interesse. Moschea compresa. Il diritto di culto non si può negare, ma dove e come farlo sarà momento di discussione. Lo stesso vale per la gronda. Dopo le perizie e la formale valutazione di impatto ambientale decideremo insieme sulle infrastrutture, soppesando i pro e i contro per i genovesi. Sono stato anche a La Spezia. I soldi per i rimborsi elettorali vadano agli alluvionati».
«Qualcuno ha riferito di sponsorizzazioni al Pontedecimo alludendo a chissà quale collusione o accordo fraudolento - ha aggiunto Paladini - ma è soltanto il solito gioco al massacro, messo in piedi per colpire chi ottiene legittimamente il consenso. Talvolta in politica ci si deve aspettare qualche palata di fango. In realtà le sponsorizzazioni ricevute dalla squadra di calcio, durante la mia presidenza, sono tutte regolari. Non c'è un solo euro non contabilizzato, così come risulta dai bilanci e dalle dichiarazioni regolarmente depositati. Non si tratta di fondi neri e sponsorizzazioni fraudolente. Tutto è stato fatto alla luce del sole. Nel 2006 Belsito non era neanche un personaggio politico. Il mio rapporto con l'ex sottosegretario è sempre stato al pari di quelli con qualsiasi altro esponente politico ligure».
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