«Così come è falso affermare che sono sfavorevole al Terzo Valico, non si può dire che sono contrario alla Gronda di ponente. Occorre approfondire, perché la questione non è risolta». Come dire: prendiamoci altro tempo per rimandare la crisi di maggioranza. E poi: «Sull'opera il Comune ha ancora molto da dire e lo faremo. Dal Pd abbiamo ricevuto un documento serio, con risposte serie e coerenti rispetto alle nostre posizioni espresse in campagna elettorale e apprezzate dai genovesi. In tal senso andiamo avanti. Non voglio avere un atteggiamento dilatorio in caso di accelerazioni non dipendenti da Tursi. Dovremo quindi accelerare per essere pronti a rispondere alle osservazioni e alle valutazioni sull'impatto ambientale».
Sala Rossa ore 18.30 di ieri. I grillini lanciano ancora una volta il noto allarme amianto «grosso come lo stadio Ferraris». Vendoliani e Fds invocano l'opzione zero. Il capogruppo doriano, Enrico Pignone, a sorpresa spara: «Siamo tutti personalmente contrari alla Gronda, ma diamo fiducia al sindaco». Pdl, Udc, Lega Nord e Lista Musso, sono compatti per il «sì» e favorevoli alla mozione presentata dal pidiellino Matteo Campora, che «replicava» la sostanza della delibera 78/2009 con il «sì» votato pure dalla maggioranza di Marta Vincenzi. Il Pd, con le firme dei capigruppo di Idv e Lista Doria, ma senza quelle dei colleghi di Sel e Fds, presenta un ordine del giorno per «avviare immediatamente le necessarie azioni di approfondimento». La maggioranza è già spaccata. Sugli spalti c'è una decina di irriducibili No Gronda. Con l'ex capogruppo provinciale verde Angelo Spanò. È dalle 15 che si attende il discorso del sindaco, perché quello che si vuole capire è se Marco Doria è davvero un ostaggio politico del Pd (favorevole all'opera) come sussurrano i maligni. Si attende con ansia il «niet» o il «da» ai compagni «progressisti». Invece, quello che si capisce è che i poteri forti del Pd schiacciano la Lista Doria tenendo in pugno il sindaco Doria. Il quale rinvia, rimanda, vuole ancora approfondire dopo che da anni se ne discute. Lo spiega nel suo intervento l'ex candidato sindaco Enrico Musso: «L'ordine del giorno del Pd - ironizza il senatore - è roba antica da democrazia cristiana. L'operazione è in stile vecchia politica. Stante le spaccature nella maggioranza e all'interno dello stesso Pd, si è voluto accontentare tutti per non accontentare nessuno e rinviare». «Noi diciamo no alla Gronda - spiega il capogruppo di Sel Gian Pastorino - siamo per l'opzione zero. Se tre mesi fa volevano il matrimonio, adesso Pd e Doria vogliono fare i single».
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