«Se una persona desiderasse ritirarsi dalla propria notorietà, vivere assolutamente sconosciuto, e tuttavia in mezzo a gioie e piaceri per il corpo, dovrebbe farlo in alcuni dei piccoli villaggi di questa costa, dove l'aria, l'acqua e la terra concorrono ad offrire ciò che ciascuno ha di più prezioso». Con queste parole di apprezzamento, circa duecentotrenta anni or sono, una delle più grandi figure della storia dell'umanità, in visita nella riviera ligure, descriveva le proprie sensazioni ed emozioni. Era il 29 Aprile dell'anno 1787, quando l'allora quarantaquattrenne americano Thomas Jefferson, scienziato, architetto, politico, nonché padre fondatore della democrazia in qualità di autore principale della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d'America e futuro presidente della stessa nazione, scriveva questa sua testimonianza mentre si trovava in visita in Liguria, per la precisione nella città di Albenga.
Testi contenuti in uno dei numerosi volumi firmati da Jefferson, «Memorandum taken on a journey from Paris into the southern parts of France and Northern Italy, in the year 1787» («Viaggio nel sud della Francia e nel nord d'Italia», tradotto e pubblicato nel nostro paese solo nel 1997), un insieme di note, memorie, lettere ad amici e conoscenti, riflessioni sulla democrazia ed opinioni sulle diverse qualità di vino, un interessante diario di viaggio in cui il futuro (terzo) presidente degli Stati Uniti, negli anni tra la Rivoluzione Americana e la Rivoluzione Francese, non manca di visitare, e menzionare, numerose città della riviera ligure, quali Genova, Savona, Finale, Noli ed altre ancora. Ad Albenga, tuttavia, viene dedicato addirittura un intero giorno - il 29 Aprile, appunto - nonché, di conseguenza, un paragrafo del suo racconto.
Sono stati moltissimi, nel corso della millenaria storia della città delle torri, i grandi personaggi storici che vi hanno vissuto o che solo vi hanno fatto visita, dall'imperatore romano Proculo, che di Albenga era nativo, al condottiero Napoleone Bonaparte, il cui passaggio è tuttora celebrato dalla Federazione Europea delle Città Napoleoniche (di cui Albenga è entrata a far parte nel 2010). In pochi, però, sono a conoscenza della visita, e della testimonianza ancora viva, da parte di Thomas Jefferson, ovvero la figura che, forse più di ogni altra nella storia dell'umanità, ha contribuito al propagarsi di ideali quali democrazia, libertà, al riconoscimento dei diritti umani ed all'instaurarsi del libero mercato. Jefferson, nella sua corrispondenza da Albenga, racconta di non aver visto neppure la traccia di una conchiglia, nel suo tragitto sulla riva partendo da Loano (da lui chiamata «Louano»), ma di aver notato le montagne con la neve in cima e gli ulivi più in basso. Quindi, un elenco di specie animali da lui incontrate: «usignoli, beccafichi, ortolani, fagiani, pernici, quaglie», in un «clima superbo, con la capacità di cambiarlo dall'estate all'inverno in qualsiasi momento, salendo le montagne»; e ancora «la terra fornisce vino, olio, fichi, arance, ed ogni produzione del giardino, in tutte le stagioni», mentre il mare offre «aragoste, granchi, ostriche, tonni, sardine, acciughe ed altro ancora». Albenga, che solo qualche anno dopo sarebbe stata conquistata e trasformata in base operativa dai francesi, è descritta da Jefferson come «una ricca pianura che si apre tra due crinali di montagne, triangolare, verso il mare, e con un'estensione di molte miglia». La sua produzione è fatta di «olive, fichi, gelsi, viti, mais e fagioli», con anche «alcuni pascoli». Curiosamente, l'attenzione del politico ed intellettuale americano si concentra anche sull'autorità ecclesiastica di allora: «Un vescovo risiede qui, il cui reddito è di quaranta mila livres», con riferimento all'unità di conto e moneta che fu valuta della Francia fino al 1795. «Questo posto», conclude Thomas Jefferson, «si dice sia reso malsano durante l'estate, dal fiume che passa lungo la vallata», una condizione all'epoca probabilmente generata dal formarsi di aree paludose, portatrici di malattie un tempo difficilmente curabili. Una descrizione di un osservatore d'eccezione, il quale, il giorno seguente, per raggiungere la vicina Oneglia, sceglie Albenga anche per comprare i muli, allora il mezzo di trasporto più affidabile.
Un'esperienza al termine della quale Thomas Jefferson, messo da parte il sogno di trasferirsi in Riviera per vivere nell'anonimato, fece ritorno nella sua terra di origine, dove dopo pochi mesi partecipò alla stesura della costituzione e, quindici anni più tardi, fu eletto presidente della giovane nazione degli Stati Uniti d'America.