Dopo la fine della guerra mia nonna Adele potè tornare ad abitare nella sua casa di via 5 Maggio a Quarto, esattamente di fronte all'entrata dei «Bagni Paolo detto Lelle», perciò, d'estate, con mia sorella venivo portato tutti i giorni col tram «42» fare i bagni al «Lelle», e a pranzo dalla nonna.
Proprietario dei bagni era il Signor Paolo Prato detto «Lelle» o anche «Paulin», coadiuvato dal figlio Mario. Io ero amico del figlio di Mario, Renato, che aveva la mia età (11-13 anni).
I bagni Lelle erano frequentati da molte famiglie della borghesia genovese, ed erano rinomati per la castigatezza dei costumi assicurata dai proprietari, mediante una rigida separazione dei sessi.
Naturalmente alla fine degli anni '40 non si sospettava nemmeno l'esistenza dei costumi a due pezzi, e non posso descrivere lo scandalo che suscitò nella spiaggia una mia cugina ventenne venuta dagli Stati Uniti, la quale un giorno indossò un «due pezzi» talmente castigato che oggi provocherebbe soltanto ilarità.
Davanti alla spiaggia sassosa, a meno di un centinaio di metri, c'era uno scoglietto sul quale era piantato un piccolo palo di ferro, e quando i ragazzini facevano il bagno raggiungevano sempre «il paletto» e da lì continuavano a tuffarsi.
C' erano delle ragazze bellissime (a me così parevano) più grandi di me, che io - adolescente - guardavo incantato. Ne ricordo in particolare due, una con un costume candido, e una con un costume viola.
All'ora di pranzo mia nonna, per chiamarci, metteva fuori dal balcone un asciugamano bianco.
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