Quella volta che Garrone lanciò l'idea di una «Disneyland» a GenovaL'occasione perduta

(...) Il colosso americano stava infatti cercando di insediarsi in Europa: come poi avvenne, ma alle porte di Parigi. Il consiglio del noto imprenditore fu oggetto di indifferenza e veri e propri sberleffi. In una assemblea, per fare un esempio, si alzò un operaio dicendo con voce sdegnata: E noi dovremmo vestirci da Topolino? I contrari, soprattutto sindacalisti e politici, temevano fra l'altro l'impoverimento professionale del personale che ne sarebbe conseguito; in sostanza, da operai metalmeccanici specializzati ad addetti alle giostre o poco più. Un affronto, per molti, alla dignità della classe operaia. Il grande parco divertimenti di Parigi è attualmente un complesso che produce reddito e lavoro; viene condotto con sofisticate tecnologie e criteri gestionali di successo. Tant'è vero che adesso la Disney conta di espandersi anche in Inghilterra. Con i se e i ma non si fa la storia. Possiamo almeno immaginare che cosa sarebbe oggi Cornigliano se la geniale idea di Garrone fosse stata accolta.

Fra le varie ipotesi: inquinamento ambientale zero virgola, case non deprezzate ma aumentate di valore, affari per negozi e locali pubblici, crescita di valore aggiunto non soltanto economico ma soprattutto di nuove idee e progetti in particolare elaborati da energie fresche e giovanili, Genova assurta fra le capitali turistiche mondiali. In ogni caso, un assist formidabile al benemerito disegno del professor Castellano per una Genova high tech.
*già responsabile relazioni esterne Assindustria Genova

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