L'hanno sperimentato 50 medici liguri da luglio a gennaio, e funziona. Ma poiché non ci sono soldi, il progetto per la «ricetta elettronica» si è inceppato, e rischia di naufragare. L'allarme arriva dalla Fimmg, federazione dei medici di medicina generale, che insieme agli altri sindacati medici Smi, Snami e Intesa sindacale, ha ora chiesto alla Regione non di non nicchiare sul problema dei finanziamenti per il progetto varato a livello nazionale.
La ricetta elettronica, infatti, consiste nel fatto che il medico debba inserire ogni prescrizione in un canale telematico che la invia direttamente al ministero passando attraverso un servizio regionale gestito da Datasiel. In pratica i passaggi consentono immediatamente di verificare l'appropriatezza (come si dice oggi) delle prescrizioni al singolo paziente, ovvero verificare in tempo reale il lavoro del professionista. L'obiettivo finale e è quello di ridurre i costi del servizio sanitario, riducendo gli sprechi e i medici sono ben felici di collaborare. Ma non intendono accollarsene tutte le spese, che per legge spettano alla Regione. «Ben venga la ricetta elettronica, ma non possiamo pagare noi - dice Angelo Canepa, presidente provinciale della Fimmg - Perciò chiediamo all'assessore alla sanità che vengano mantenuti i progetti di informatizzazione ma che sia la Regione a darci il software e la relativa assistenza compresa la linea telefonica dedicata, altrimenti i medici non saranno tenuti a fare la parte di invio telematico della ricetta elettronica».
Tra le altre proposte che i medici avanzano alla Regione c'è anche quella di poter erogare nei propri studi medici associati, anche tramite l'arruolamento di specialisti, prestazioni diagnostiche come ecografie, ecodoppler, iniezioni endoarticolari e di gammaglobuline.
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