La rielezione di Napolitano? Si rischiava la crisi del 1922

Caro Massimiliano,
desidero intervenire, anche se con alcuni giorni di ritardo, sul dibattito inerente la rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica, lanciato sulle pagine del nostro Giornale. Lo stallo che si era creato nel nuovo parlamento, con la presenza di tre forze politiche che si contrapponevano e nessuna della tre aveva la possibilità di formare da sola un governo, mi ricorda la paralisi del parlamento italiano nel 1922, che purtroppo sfociò nella dittatura del fascismo.
Oggi per fortuna questo pericolo non sussiste, però il paese poteva andare incontro ad una grave crisi istituzionale, con l'economia in recessione, una fortissima disoccupazione e quindi con una instabilità sociale con tutte le conseguenze prevedibili.
L'elezione di Giorgio Napolitano ha permesso di sbloccare la situazione dando successivamente via al così detto governo Letta. Dobbiamo essere grati a Napolitano in primis per la sua disponibilità il senso dello stato e l'amore per la nostra Patria, doti che non sempre sono presenti nella nostra classe politica di qualsiasi schieramento. Non si deve guardare al passato di un politico, se questo passato ha comportato l'appartenenza a formazioni politiche che non si condividono. Ma si deve guardare alla persona al suo comportamento ai suoi principi morali che ci qualificano indipendentemente da ogni schieramento a cui si appartiene.
La politica è l'arte del possibile, gli amici di oggi possono essere gli avversari di domani e viceversa. La democrazia in Italia è molto cresciuta ed il valore della liberta, l'accettazione del confronto democratico sono patrimonio comune di forze che negli anni cinquanta si contrapponevano con visioni opposte dello stato. Il detestato consociativismo nella prima repubblica ha permesso al paese di uscire dalle macerie della guerra e di trasformare un paese di tradizione prevalentemente agricola in una nazione industriale a livello mondiale. Questo grazie a due politici illuminati De Gasperi e Togliatti che dalle loro rispettive posizioni hanno evitato conflitti pericolosi per la nazione.
Oggi assistiamo alle macerie della seconda repubblica, ci piaccia o no.

L'augurio che posso fare è che il nuovo governo riesca ad attuare le necessarie riforme per passare ad una fase definitiva, che potremo chiamare la terza repubblica recuperando il rapporto con i cittadini delusi da situazioni di corruzione, di lotte personali e di incapacità a gestire le difficoltà economiche nel contesto dell'Europa.
*ex assessore Comune di Genova

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