C'è quello di «Zio Michele» che «si offre per estirpare Monti col suo trattore». Quell'altro, un poco elegante «vaffa» disegnato con una mano sinistra e un dito a rivolgere un inequivocabile gestaccio alla ministro dalla lacrimuccia facile, Elsa Fornero: «Porta i miei saluti a Monti». Quello, molto più inquietante, del sedicente «capitano F. Schettino» che avverte: «La prossima manovra la faccio io».
Genova come Pechino, nella Cina rossa di Mao Tse Tung. Solo che stavolta la «rivoluzione» popolare è quella dei post-it e il «tazebao» è quello di una lussuosa vetrina nel salotto buono della storica galleria Mazzini. La protesta corre meno sul web e torna più popolare, forte e spontanea come lo era una volta. Un agente immobiliare genovese, Andrea Morelli, qualche giorno fa ha abbassato la saracinesca e ha appeso un cartello con la scritta a caratteri cubitali: «Chiusura feriale forzatamente anticipata dovuta alla lungimiranza fiscale dell'attuale governo. Complimenti e grazie prof».
Dopo le proteste dei sindacati contro la ventilata vendita di Ansaldo, adesso contro l'antidemocratico governo «Tassa Italia e Salva Privilegi» si fa sentire quella «base» di commercianti, piccoli imprenditori e risparmiatori.
In poche ore il popolo genovese, a sua volta tartassato pure dall'aumento delle gabelle deciso dal prof. Marco Doria, ha tappezzato la vetrina di messaggini scritti a mano. In aggiunta a quello originale dell'agente immobiliare. La rivolta dei post-it anti Monti ha avuto così successo, che durante le giornate di caccia ai saldi, in molti continuano a fermarsi davanti alla vetrina di Morelli più per leggere quei «pensierini» che gli annunci delle case in vendita o in affitto.
Ci sono anche messaggini composti con ritagli di articoli di giornale: «La Forneria. Ferie? Made in Italy». E poi arriva un'estimatrice di «Rocco Siffredi» che «non avrebbe potuto fare di meglio... Grazie Monti». Quindi una «ZZZ AAA massaggiatrice esperta offresi. Forse è quello che manca a Monti».
Naturalmente, il popolo degli «incazzati» del post-it scrive testimonianze meno sarcastiche e più serie. Tra cui: «Abbiamo una famiglia, lasciateci la casa comprata con tante ore di lavoro, non uccidete i commercianti», la richiesta di «Aiuto! Anche il commercio deve sopravvivere! Non abbiamo armi di difesa» e «Nessuno ha mai protetto i dipendenti del commercio, ora il governo ci schiaccia insieme ai nostri datori di lavoro». Tra i tanti genovesi che si sono fermati a sbirciare i messaggini e a ridacchiare davanti al «tazebao», ce ne sono alcuni che hanno prontamente condiviso e partecipato alla rivolta dei post-it. «Condividiamo al 100% ed esprimiamo la nostra solidarietà» e «Ci associamo!!». Tuttavia, ci sono anche quelli dei pessimisti, che indicano presagi sempre più oscuri: «...Questo è niente! Il bello deve ancora venire!!! Grazie rag. Monti e soci» e «Spending review, Tremonti è diventato Monti!».
A qualche compagno o radical chic, però, l'ironica e pacifica protesta non è andata giù. Perché la poco intelligente sinistra anti Cav è incapace di autoironia e per loro non si può protestare altro che in piazza, facendo devastazioni e saccheggi. Invece di educatamente e rispettosamente scrivere e appiccicare altri bigliettini «controrivoluzionari», qualcuno, con la solita violenza ideologica e prevaricazione, ha pensato di imbrattare sopra a quelli degli altri. «Non condivido, avete rubato sino a ieri!!», «Meno male che c'è Monti!!» e «Grazie a Berlusconi!!».
Tra le altre strade del centro città il malumore cresce sempre più a vista d'occhio non soltanto per le tasse del professor Doria, ma anche per i pasticci del professor Monti. L'altro giorno è addirittura spuntato il menù gastronomico «Anti Monti», che va esaurito ogni giorno in pochi minuti. Lo propongono i giovani imprenditori di Pastaway in via XII Ottobre.
Dalle fabbriche alle vetrine dei salotti buoni e dei ristorantini. La «rivoluzione popolare» genovese non si ferma neanche all'ora di pranzo.
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