(...) «Guardi, Vinai deve solo ringraziare il gruppo dirigente del partito che l'ha candidato a sindaco di Genova. E invece di parlare, anzi di twittare in quei termini, poteva venire a confrontarsi con gli intervenuti. Sarebbe stato più utile per noi, ma soprattutto per lui».
Non si può nascondere che nel Pdl, anche a livello locale, c'è maretta.
«La verità è che, oggi, i partiti stanno serrando le file. Chi crede nel Pdl deve collaborare attivamente, evitando parole al vento e strumentalizzazioni. Questi sono tempi per persone serie».
Quindi, Vinai non...
«Non voglio scendere in polemiche personali, che sono inutili. Dico solo che chi si immagina di tornare indietro, a dieci e più anni fa, è fuori dal mondo e fuori dal Pdl. Per questo faccio appello all'unità e al senso di responsabilità».
Si rivolge anche a Scajola?
«Perché no? Dobbiamo essere consapevoli che, in politica, stiamo vivendo un trapasso epocale. Mi pare doveroso auspicare che il nostro partito recuperi l'unità, non ci dev'essere spazio per polemiche inventate o iniziative frazioniste».
Non ha risposto su Scajola.
«Quello che ho detto vale per tutti. Io conosco Claudio da almeno trent'anni, so bene dei suoi pregi e dei suoi difetti. Con lui c'è sempre stata una forte dialettica».
Ecco, senatore Grillo: vede che lei ne parla al passato? Vuol dire che Scajola e gli scajolani sono fuori?
«La verità è che Scajola ha avuto l'opportunità di rappresentare in Liguria il punto di riferimento di Forza Italia prima, del Popolo della libertà poi, per oltre dieci anni. Ora questo riferimento non c'è più. Mi pare corretto che chi ha volontà e capacità di occupare lo spazio che si è creato si proponga».
Luigi Grillo, ad esempio.
«Non personalizziamo. Oggi, per dirla meglio, c'è un gruppo dirigente che garantisce la tenuta del partito a livello regionale, e si riconosce nella linea di Berlusconi e Alfano. È con questo gruppo che bisogna collaborare».
Ne fa parte anche il coordinatore regionale Michele Scandroglio, molto criticato da chi non è venuto alla Festa?
«Scandroglio ha fatto da parafulmine di critiche ingiuste. E a criticarlo, per aver avallato l'incontro di Chiavari, sono gli stessi che lo censuravano perché non convocava gli iscritti...».
Allora Chiavari si doveva proprio fare?
«Eccome! Ne è venuta fuori una disamina puntuale e rigorosa di fatti nazionali e locali. E poi volevamo anche premiare gli amici che hanno avuto la capacità di conquistare al centrodestra un Comune assolutamente strategico».
Avete parlato tanto di infrastrutture.
«Di gronda di levante, ma non solo. Dobbiamo essere obiettivi: il governo Monti, nel campo della grandi opere, sta facendo bene. Ha recepito, fra l'altro, il principio del project financing, dei project bond, per il finanziamento delle infrastrutture che io stesso, fin dal 2002, avevo messo nero su bianco come presidente della Commissione di Palazzo Madama. In più, l'esecutivo ha previsto la garanzia di Sace e Cassa depositi e prestiti che è determinante per attirare gli investimenti. Siamo il primo Paese in Europa ad avere questi strumenti».
Si rende conto che sta facendo uno spot pubblicitario a Monti! Come la mettiamo?
«La mettiamo che il nostro ex ministro Tremonti ha bloccato il processo virtuoso per anni, e ora il governo dei tecnici, grazie anche al ministro Passera, ha rimesso in moto il meccanismo. Basti pensare al provvedimento per l'autonomia finanziaria dei porti».
È per questo che lei, senatore Grillo, ha definito Tremonti un carciofo?
«Non me ne ricordo. Dov'è scritto?».
Lasciamo perdere. Torniamo alle grandi opere. La Liguria ne ha sempre più bisogno.
«E se proseguiamo con la politica del buon senso e del rigore, cui non c'è alternativa, ce la facciamo a realizzarle».
Sempre ottimista, dunque?
«Io cerco di guardare avanti e incito gli altri a guardare avanti. Indietro non si torna. Nemmeno in politica e in economia».
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