(...) Fra laltro, non ci sono nemmeno scuse plausibili. I parlamentari, ad esempio, di solito spiegano che a Roma non trovano ledizione genovese del Giornale e quindi non intervengono proprio per questo. Ora, a parte il fatto che basta abbonarsi e spediamo qualsiasi edizione, anche a Roma, stavolta la motivazione non regge: la notizia apriva ledizione nazionale del Giornale e larticolo documentatissimo di Diego Pistacchi occupava due pagine intere nazionali allinterno.
E invece. Invece silenzio assoluto, a parte Giorgio Bornacin che sta già predisponendo uninterrogazione per portare il caso in Parlamento. Dagli altri, compresi quelli che intervengono su questioni di paese o di quartiere o di nomine o su tecnicismi che interessano solo loro e nemmeno i parenti, solo silenzio. Niente attacchi a Burlando.
In Regione, si sono mossi di prima mattina i soliti Rosso e Plinio, coppia di fatto della battaglia contro la sinistra che non manca mai allappello. Poi, è toccato a Gino Morgillo, che è un po più levantino e ha un bioritmo diverso. Però, pur se pomeridiano, anche il suo intervento è stato il benvenuto. E, anzi, ha dimostrato una volta di più che, fra tutti i nomi che girano per una candidatura ligure allEuroparlamento, alcuni al di là di ogni più fervida fantasia, il suo è il migliore. Dagli altri, silenzio.
In Comune, ancora peggio. Addirittura, una mozione contro la proposta di legge del deputato Pdl della Lunigiana Lucio Barani sullistituzione dellOrdine del Tricolore per ridare lonore ai combattenti della Rsi è stata votata solo dal rappresentante del Carroccio Alessio Piana e da quello della Destra Gianni Bernabò Brea. E il Pdl non ha votato, in nome della «pacificazione» che non si vede cosa centri con la mozione del Pd Luciano Grillo e di Bruno Delpino del Pdci che, legittimamente, proprio non andava in quella direzione. Anzi. E Piana è stato lunico a parlare dei manifesti nellaula di Tursi.
Idem per quanto riguarda gli organi di partito. Coordinatori vari ed assortiti del Pdl, a tutti i livelli e in tutte le provincie, che pure non sono pochi, tutti zitti. Nessuno tocchi Burlando.
Insomma, silenzio, silenzio, silenzio. Silenzio assordante. Rotto per fortuna, dai media. Il Secolo XIX ha dedicato al caso un ottimo commento di Gigi Leone, fuoriclasse di piazza Piccapietra, e un articolo serio e documentato di Eugenio Agosti; Repubblica è stata molto corretta; Il corriere mercantile si è accorto della notizia, ma non di chi laveva scritta.
Insomma, anche quelli del centrodestra che non leggono il Giornale stavolta possono accorgersene. Se vogliono, li facciamo parlare con i nostri lettori per capire cosa pensano dei manifesti. E del loro silenzio.
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