Sestri e Pegli valgono Savona, ma non in Regione

Rivolta a ponente per l'estremo tentativo di salvare una sanità che prima del presidente della Regione Claudio Burlando e del suo assessore alla sanità Claudio Montaldo funzionava meglio. «I due, da sette anni e mezzo al governo della sanità ligure, vogliono far pagare ai cittadini genovesi, ed in particolare a quelli del Ponente, le loro incapacità gestionali» si legge in una nota dei comitati per la salvezza degli ospedali del ponente. «Ormai non rappresentano né il presente né il futuro ma soltanto il passato fatto di sprechi e di menzogne: hanno bloccato l'appalto del nuovo ospedale della Valpolcevera ed hanno promesso che quei soldi sarebbero serviti a realizzare il nuovo ospedale del Ponente, ma hanno mentito, dirottando quei finanziamenti all'ospedale Galliera», si legge ancora a firma di Cleto Piano e Aleandro Longhi i coordinatori del comitato. I cittadini chiedono che l'ospedale Gallino di Pontedecimo e il Padre Antero di Sestri non vengano ridotti a poliambulatori
«Si vogliono tagliare circa cinquecento posti letto: è come chiudesse un grande ospedale con ricadute sia sull'assistenza sia sull'occupazione. Ma prima di tagliare posti letto pubblici si comincino a togliere le convenzioni con i privati».

Evidentemente la Regione che vuole chiudere di notte il pronto soccorso di Sestri non sa o non vuole sapere che esegue senza fare code 23mila accessi all'anno contro i 44mila del Villa Scassi sempre in sofferenza. Inoltre la popolazione di Sestri Ponente più quella di Pegli equivale agli abitanti di una città come Savona.

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