Il silenzio assordante di istituzioni e politica sulla condanna di Eva

Abbiamo un amico, che si chiama Claudio Eva. E quando dico «abbiamo» intendo tutti noi, famiglia del Giornale, perché il professor Eva, che è il maggior sismologo italiano, non si perde un'iniziativa della nostra squadra: era con noi al teatro della Gioventù, autore di uno degli interventi più applauditi; era a Savignone, ed era anche a Palazzo Tursi quando, con Lella Costa, abbiamo parlato di satira e politica, nel corso dei dialoghi sulla rappresentazione di Sergio Maifredi, uno dei motivi per restare a Genova.
Insomma, è una persona speciale il prof. Capace di svariare dalle risate di qualità ai dibattiti politici più importanti, dallo storico impegno nel Partito liberale italiano alla capacità di mettersi in gioco quando c'è tutto da perdere e nulla da guadagnare, come quando si candidò a sindaco per Forza Italia all'ultimo minuto. O, ancora, a mettersi a disposizione per venire con noi a Guastalla per portare gli aiuti del Giornale alle popolazioni colpite dal terremoto e i soldi per ricostruire l'asilo per i bimbi (a proposito, siete ancora a tempo, sono gli ultimissimi giorni).


Ecco, questo signore - persona perbene se ce n'è una - dall'altra sera è un pericoloso colpevole di «omicidio colposo plurimo e lesioni colpose», condannato a sei anni di reclusione, contro i quattro chiesti dalla pubblica accusa, dal tribunale (...)

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