La sinistra genovese usa Renzi come un punching-ball

La sinistra genovese usa Renzi come un punching-ball

(...) Due idee simili di approccio alla politica e doppia silurata. «Le “Cento tesi” di Renzi sono scontate, ovvie e talvolta molto discutibili. L'idea del centrosinistra di Renzi non è la mia, per me c'è un problema di contenuti. Dovendo scegliere, ho maggiore simpatia per Nichi Vendola. Ma ho degli ottimi rapporti anche con Pierluigi Bersani», è il pensiero del sindaco di Genova. Una strizzata d'occhio al segretario dei democratici che suona anche come un abboccamento ai dirigenti del partito in città, utile alla tenuta della sua maggioranza ballerina, schierati compatti con l'ex ministro nella corsa alle primarie del centrosinistra per le prossime elezioni politiche.
Le sue dichiarazioni, infatti, sono arrivate quasi in contemporanea a quelle di Giovanni Lunardon, commissario Pd a Genova, che sullo stesso palco e durante il medesimo confronto ha speso più di un apprezzamento per Bersani picchiando duro contro il «rottamatore» che da queste parti sembra davvero diventato un pungiball, pronto a raccogliere i colpi di tutti senza che nessuno lo difenda. Anche perché nessuno, almeno sotto la Lanterna, ha ancora pensato di organizzare un comitato pro Renzi che lo appoggi alle primarie.
E dal palco della festa democratica, Marco Doria, ha anche lanciato l'iniziativa di un registro delle unioni civili, segnale di favore ai matrimoni tra omosessuali: «Sono personalmente favorevole alle unioni tra gay - ha detto il primo cittadino genovese - ma non compete ai Comuni legiferare in questo senso. Noi possiamo istituire il registro delle unioni civili, cosa che a Genova porteremo avanti. Perché se è vero che il matrimonio è fondamentale nella nostra società è anche vero che la convivenza può avere più forme».
Il tema dei matrimoni gay non è invece stato affrontato dal fondatore della Comunità di San Benedetto più stimolato dal futuro scenario nazionale della politica. Le stoccate a Renzi («non si può scherzare con l'Italia, serve una reale partecipazione democratica nel nostro Paese»), vanno di pari passo con le forti critiche riservate a Beppe Grillo. Se il sacerdote invita a «non sottovalutare la forza del Movimento Cinque Stelle» con il comico genovese è durissimo: «Sarei il Papa del Movimento Cinque Stelle se avessi dato retta a Beppe Grillo già quattro-cinque anni fa, quando a cena mi diceva: “Vieni, vieni a fare il funerale dei partiti”. Beppe Grillo ha questa forza incredibile. Ma la politica non la si fa insultando, quante volte gliel'ho detto».


L'intesa matrimoniale sembrano invece averla proprio Doria e don Gallo che sull'attuale scenario politico viaggiano di pari passo e le critiche a Grillo, infatti, arrivano anche dal marchese rosso: «Il modo di discutere con gli altri di Beppe Grillo non è un modo di discutere con gli altri, è un monologo. Il suo non è un modello dell'ascolto e della replica, è un po' il modo dell'invettiva, un'invettiva che spesso manca di rispetto delle posizioni altrui, con un linguaggio violento e aggressivo».

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