Cronache

La Spezia, Acam sull'orlo della bancarotta

La voragine era più grande di quanto prevedibile, se pur tutti sapevano che l'aver trasformato un'azienda strategica con enormi possibilità in un carrozzone politico (dove gli amministratori vari, i vice presidenti ed i presidenti superavano quasi il numero di tecnici ed operai) avrebbe portato a questo. Ora siamo all'ufficialità: l'Acam, la super municipalizzata spezzina che gestisce i servizi di acqua, metano, fogne, rifiuti ed anche un po' di produzione elettrica e un'area di telecomunicazioni, è sull'orlo della bancarotta. A gravare sull'azienda, di proprietà dei vari Comuni spezzini e quindi dei cittadini, vi è un debito con troppi zeri che non si riesce bene neppure a quantificare bene. Da qui, dopo anni di ipotesi e tentativi di salvataggio, ecco l'amara verità: l'Acam è ricorsa all'articolo 182 bis della legge fallimentare. A renderlo ufficiale è la stessa azienda, che fa riferimento alla «galassia Acam»: Acam Spa, Acam Acque Spa, Acam Ambiente Spa, Integra Srl e Centrogas Energia Spa.
Il gruppo, ad un'ultima stima che a molti sembra ottimistica, ha 440 milioni di debiti. Da qui l'urgenza di un atto estremo, cioè presentare al tribunale della Spezia richiesta di ristrutturazione del debito nei confronti del 60% dei creditori sfruttando le opportunità della legge sui fallimenti. Per l'azienda spezzina questa decisione rappresenta l'ultima possibilità per garantire la continuità aziendale e rendere operative le diverse azioni e gli accordi previsti dal Piano industriale messo a punto dalla stessa Acam per «salvare il salvabile». Intanto resta valida la strategia che mira di mantenere aperto il contatto con le banche per valutare l'ipotesi della vendita delle quote in Acam Gas e Acam Clienti. Ovviamente ci sono da salvaguardare i posti di lavoro, quelli della «manovalanza», dopo che i grandi dirigenti avevano trovato le coperture per vie d'uscita dorate negli anni passati. Ma non sarà facile e per molti il futuro parla di perdita del posto fisso. Eppure, davanti ad uno sciopero annunciato per martedì da parte dei dipendenti, c'è chi crede ancora che vi siano gli elementi di garanzia per la continuità industriale e produttiva, oltreché di salvaguardia occupazionale, di Acam.

Su questa «certezza» i vari sindaci spezzini hanno ribadito che resta un punto fermo la gestione pubblica dell'acqua, così come il miglioramento della gestione dei rifiuti e la chiusura del ciclo dei rifiuti, cioè le altre emergenze operative che da mesi non si riescono a risolvere.

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