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«Stop alla candidatura dopo due mandati»

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Quindici anni da consigliere comunale sempre eletto in Forza Italia, un passato nella Democrazia Cristiana, presenza assidua nella vita politica cittadina. Beppe Costa ne ha viste tante, forse anche quanto basta per dire «nella vita ho altro da fare che pensare a come rilanciare il Pdl». Eppure, Costa lunedì sera si è presentato al Teatro della Gioventù. È stato in piedi per tutto il tempo, ma quando ha deciso di iscriversi a parlare per dare il proprio contributo era troppo tardi. Troppe persone iscritte, poco il tempo a disposizione.
Costa, è rimasto con la bocca chiusa?
«Non importa. Sono stato ad ascoltare volentieri, è stata una serata positiva perché ha dato voce al popolo del centrodestra dopo il tracollo che abbiamo subito. Un vero e proprio tsunami politico che ci ha spazzato via»
Però la gente c’è ancora. Almeno qualcuno.
«Sì e dovremo reincontrarci. Da quello che è emerso c’è il desiderio di rivitalizzare il partito. Ho notato soprattutto come ci siano state diverse persone che hanno criticato l’atteggiamento del Pdl in campagna elettorale e sarebbe il momento di strutturarci passando da movimento a partito»
Guardi che è dal ’94 che si parla di «strutturare il partito»
«Ora la richiesta c’è e senza più peli sulla lingua. Prima erano cose che si vociferavano ma c’era un rispetto assoluto verso la dirigenza di Forza Italia che non permetteva di spingere troppo sull’acceleratore»
Se avesse avuto il microfono in mano cosa avrebbe detto?
«Sarei stato in sintonia con quanto sentito prima di me. Eletti scelti dalla base e scelta attenta dei candidati da proporre all’elettorato. In più avrei proposto che nello statuto del Pdl venga inserito il massimo di due mandati a persona per ogni livello istituzionale. Questo servirebbe a coinvolgere persone nuove e creare una classe dirigente più competitiva»
E le primarie?
«Se vengono fatte con regole chiare ed un modello trasparente ben vengano, ma altrimenti le eviterei. Pensiamo al congresso metropolitano del Popolo della Libertà: c’erano 2.

500 iscritti al partito quando l’anno prima erano 250 e poi abbiamo fatto fatica a raccogliere 500 firme»
Ora come andare avanti?
«Diamo seguito all’incontro dell’altra sera. La cosa peggiore è se non ci fosse un secondo incontro. La voglia di fare politica nella gente c’è ancora, non va tradita».

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