Una strada per il «padre» della Tac

Una strada per il «padre» della Tac

Insigne medico radiologo genovese, Alessandro Vallebona è universalmente riconosciuto come inventore della tomografia, una tecnica di accertamento diagnostico che ha fatto fare passi avanti decisivi alla medicina e ha contribuito e contribuisce tuttora a salvare vite umane. Per questo, venerdì prossimo, alle 10, a Vallebona verrà intitolata una via nel Parco scientifico tecnologico degli Erzelli, nel corso di una cerimonia cui prenderanno parte, fra gli altri, Giorgio Guerello, presidente del Consiglio comunale, Claudio Montaldo, assessore regionale alla Salute, Luigi Rubino, medico specialista in odontostomatologia, e Raffaella Renzoni, architetto.
Nato nel 1899 e spentosi a Genova nel 1987, Vallebona fu un medico italiano specializzato in radiologia. Tra il 1950 e il 1969 ricoprì l'incarico di docente di radiologia medica presso l'Università di Genova. Nel 1930, durante un congresso, propose una nuova metodica radiodiagnostica in grado di ottenere immagini di singoli strati di un organo. La tecnica venne fu in seguito chiamata stratigrafia (o tomografia). Successivamente venne realizzato un tomografo, cioè l'apparecchio in grado di eseguire tale metodica. L'evoluzione del tomografo portò finalmente all'introduzione della tomografia computerizzata.
Sfruttando principi di geometria proiettiva - questa l'intuizione di Vallebona -, tutti i piani al di sopra e al di sotto dello strato di interesse vengono eliminati. La stratigrafia ha rappresentato fino alla metà degli anni Ottanta uno dei pilastri della diagnostica radiologica. Solo con l'avvento del computer è stata progressivamente soppiantata. Il risultato finale è la Tac. In radiologia la tomografia computerizzata, indicata con l'acronimo TC o CT (dall'inglese computed tomography), è una metodica diagnostica per immagini, che sfrutta radiazioni ionizzanti (raggi X) e consente di riprodurre sezioni o strati (tomografia) corporei del paziente ed effettuare elaborazioni tridimensionali. Per la produzione delle immagini è, poi, necessario l'intervento di un elaboratore di dati (computerizzata). Inizialmente infatti le immagini venivano generate solo sul piano assiale o trasversale, perpendicolare cioè all'asse lungo del corpo. Il vero valore aggiunto delle macchine attuali però è che acquisiscono direttamente un volume intero, cosa che permette più facilmente e con meno spesa biologica le successive ricostruzioni tridimensionali.
Anche se il suo utilizzo principale è nel campo della medicina, la TC è utilizzata anche in altri campi, come ad esempio test non distruttivi dei materiali. Un altro esempio è il suo utilizzo in archeologia per ottenere le immagini dei contenuti di sarcofagi o delle mummie. L'utilizzo della TC in ambito medico è notevolmente aumentato nei due decenni a cavallo tra il Ventesimo e il Ventunesimo secolo. Si stima che circa 72 milioni di scansioni siano state eseguite solamente negli Stati Uniti nel solo anno 2007. Si stima inoltre che lo 0,4 per cento dei casi di cancro attualmente in corso negli Stati Uniti sia dovuto all'esposizione alle radiazioni dei raggi X utilizzati nelle scansioni TC.
Il primo tomografo computerizzato consentiva esclusivamente lo studio delle strutture del cranio e fu installato all'Atkinson Morley Hospital di Londra nel 1971. Nel 1974 furono create le prime apparecchiature per lo studio del torace e dell'addome. Fino ai primi anni settanta la TC era impiegata esclusivamente per la ricerca e lo studio delle patologie cerebrali.

Era opinione comune e fortemente radicata che l'innovativa tecnica non potesse in alcun modo travalicare questo ambito.
Fu un radiologo americano di origine italiana, il professor Ralph Alfidi, ad avere l'intuizione che tale metodica poteva essere estesa all'intero corpo.

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