A cinquantadue giorni dalle elezioni, con le liste pronte per riconquistare il Comune, Gaetano Scullino, sindaco di Ventimiglia, venne mandato a casa con un decreto del governo. Consiglio sciolto per infiltrazioni della malavita. Oggi non è solo la sentenza del gup Silvia Carpanini a scrivere un'altra verità.
Sindaco Scullino cosa succede?
«Che giovedì il Tar del Lazio mi ha già dato ragione condannando il ministero dell'Interno anche a pagare le spese processuali».
Per quale motivo?
«Perché da quando mi hanno mandato a casa non mi hanno neppure permesso di vedere i documenti che sarebbero alla base della decisione. La prefettura non mi ha neppure mostrato le prove».
Cosa le contestavano?
«E che ne so? Non mi hanno neppure mai interrogato, mai chiesto nulla. La commissione d'accesso nominata dal governo ha sequestrato documenti, atti. Ma nessuno mi ha mai interpellato».
Avranno trovato qualcosa che non andava.
«Macché, hanno confermato tutti i nostri provvedimenti. Anche la municipalizzata Civitas per le manutenzioni, va avanti a lavorare come prima. La commissione ci ha perfino fatto i complimenti per il bilancio 2011».
Su che base hanno sciolto il consiglio?
«Ho chiesto all'allora prefetto. Mi rispose che era arrivato un esposto dalla Casa della Legalità, un'associazione. Ma mi disse anche di aver rassicurato il governo che su Vallecrosia non c'erano motivi per lo scioglimento. E su Ventimiglia, nulla di nulla».
Ma lei si dimise?
«Prima che mi commissariassero, sì. Poi però il prefetto mi rassicurò. Mi disse che se non avevo nulla da temere, doveva ritirare le dimissioni e lo feci. Ma il 26 febbraio 2012 fu sciolto il Comune».
Cosa prova oggi?
«Amarezza. Mi sento offeso.
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